Si parla molto in questi giorni dell’Afghanistan e della
situazione che si è creata. Una delle frasi più sentite è che i Talebani intendono applicare la Sharia.
Ma chi sono i talebani? E che cos’è la Sharia? Tralasciando gli approfondimenti
dal punto di vista geopolitico, proviamo a spiegare queste parole in modo
semplice e sintetico.
I talebani (dall’arabo tālib, tālibān)
hanno origine da un gruppo di studenti delle scuole Coraniche afghane e
pakistane, le madrase. A metà circa
degli anni ’90 si sono organizzati come movimento politico, riuscendo a conquistare
subito città come Kandahar e Kabul e governando l’Afghanistan fino al 2001.
La Sharia (dall’arabo Sharī’a
= strada, sentiero) è l’insieme delle leggi e regole tratte 1. dal Corano,
2. dagli Hadith, cioè la tradizione che riunisce i detti e i fatti di Maometto,
3. in qualche caso anche dal consenso dei giuristi. Si tratta di norme che
regolano il comportamento nei vari ambiti di vita quotidiana, dal rapporto con
Dio a quello sociale. Tali insegnamenti possono avere delle interpretazioni radicali,
come per esempio – per le donne – l’obbligo del burqa o le recentissime
annunciate restrizioni in ambito scolastico.
Alla
luce di ciò, torna di grande attualità il film Viaggio a Kandahar (2001), girato in Afghanistan e vincitore di alcuni premi. Da non dimenticare, infine,
le testimonianze di Malala Yousafzai: la giovane pakistana è stata ferita
gravemente in un attentato (rivendicato dai talebani) nel 2012, all’età di 15
anni, mentre tornava a casa da scuola. Il suo impegno per il diritto all’istruzione
è continuato con più forza ed è memorabile il suo discorso all’ONU nel
2013. Anche
in questi giorni ha espresso molta preoccupazione per il futuro dell’istruzione,
soprattutto delle bambine e delle ragazze. Nel 2014 ha ricevuto il Premio Nobel
per la Pace. La sua storia è narrata nel film Malala del 2015.