mercoledì 30 dicembre 2020

L’ASINELLO HAMOR

Nelle lezioni di storia del biennio, si descrivono le riforme romane intorno agli anni appena precedenti e successivi alla nascita di Gesù Cristo. Le riforme, che studiano gli studenti, prevedevano le imposte che erano i tributi da pagare al re o all’Impero per assicurare il funzionamento del paese, per finanziare l’esercito e le comunità locali nonché i membri del governo. Nell’anno della nascita di Gesù era stato indetto un censimento, che obbligava le persone a tornare nella loro città d’origine per essere registrate ai fini fiscali. 

In un piccolo villaggio chiamato Betlemme viveva un asinello. Era vecchio e stanco e si chiamava Hamor. Quella sera, dopo un’altra dura giornata di lavoro, si sistemò nella stalla e si addormentò. All’improvviso, Hamor venne svegliato da alcuni rumori. L’albergatore stava rientrando con una coppia di sposi a cui spiegava che, dal momento che il re aveva ordinato a ogni cittadino di tornare nella propria città natale per il censimento, Betlemme era molto affollata e tutte le camere erano occupate. In ogni caso, essi avrebbero potuto trascorrere la notte nella stalla, preparandosi un giaciglio con la paglia. La giovane donna, Maria, aspettava un bambino ed era molto stanca per il viaggio faticoso e Giuseppe, suo marito, l’aiutò a sistemarsi. L’asinello si riaddormentò ma fu presto svegliato dai vagiti di un bambino appena nato: era un maschietto. Maria, dopo averlo fasciato, lo depose nella mangiatoia che lei e suo marito avevano improvvisato come culla. Fuori, nella notte, i pastori governavano le greggi sulla collina. Ma un angelo apparve loro nel cielo, annunciando una buona notizia: in quella notte, in una stalla di Betlemme, era nato un bambino che avrebbe salvato il loro popolo. I pastori si incamminarono alla ricerca del luogo dove era avvenuta la nascita. Hamor li sentì avvicinarsi da lontano. Tutti volevano vedere il neonato e si accalcavano nella stalla: quando giunsero al suo cospetto i pastori si inginocchiarono e si misero a pregare ringraziando Dio. Dopo qualche tempo, quando Maria si sentì meglio, la famiglia andò a sistemarsi in una casa e l’albergatore offrì loro in prestito Hamor per portare sul dorso Maria e il bambino. L’animale doveva sentirsi molto fiero di poter essere d’aiuto”.

(In Gesù e le belle storie della Bibbia, ed. De Agostini, revisione Don Walter Ruspi)



La favola narra la vicenda accaduta ad un asinello vecchio e stanco di nome Hamor che visse una specie di seconda giovinezza, aiutando una famiglia povera, quella formata da Maria, Giuseppe e dal piccolo Gesù. Si tratta di un altro modo per descrivere la Nascita nella stalla di Betlemme, non attraverso occhi umani, ma attraverso quelli di un umile animale domestico, ormai vecchio ma lieto, proprio come le persone anziane, di potersi ancora rendere utile.

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martedì 8 dicembre 2020

LE AULE SONO VUOTE, LE TESTE NO ovvero LA DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA NON E’ TEMPO PERSO

Gli argomenti affrontati con i ragazzi durante le lezioni IRC a distanza sono tanti, anche se rimodulati.

Gli studenti delle classi 1A, B e F hanno ripensato i 10 Comandamenti, elaborando alcuni insegnamenti considerati fondamentali in relazione all’epoca attuale e all’età. Eccone dunque alcuni, riportati così come sono stati scritti:

ESSERE SE STESSI

NON SOTTOVALUTARTI

IL RISPETTO È UNA COSA RECIPROCA, SE LO VUOI IMPARA A RISPETTARE

NON PARLARE MALE DI UNA PERSONA ALLE SUE SPALLE MA DIGLIELO IN FACCIA

NON SEGUIRE GLI ALTRI

NON PRENDERE UNA BRUTTA STRADA

NON TRADIRE

NON SENTIRTI SUPERIORE AGLI ALTRI

LIBERTÀ DI PENSIERO

PORTA RISPETTO AGLI ADULTI

SII DISPONIBILE E RISPETTOSO PER GLI ALTRI

ASCOLTA I CONSIGLI ALTRUI 

NON DESIDERARE UN RAGAZZO ALTRUI

FARE DEL BENE ANCHE QUANDO GLI ALTRI TI DANNO DEL MALE

NON DARE PESO ALLE COSE CHE DICONO GLI ALTRI MA FAI DI TESTA TUA

NON FARE SEMPRE DI TESTA PROPRIA

CREDI IN TE TESTO CHE SENNÒ NESSUNO LO FA AL POSTO TUO

NO AL BULLISMO

NON APPROFITTARE DEI PIÙ DEBOLI

NON GIUDICARE/NON DISCRIMINARE

AIUTARE GLI ALTRI

Naturalmente, oltre a questi vengono riproposti anche quelli biblici e c’è spazio persino per una citazione di Bob Marley: “I veri amici sono come le stelle, puoi riconoscerli solo quando è buio intorno a te”.

Con le classi seconde degli indirizzi Chimico e Turistico è stato fatto un approfondimento a partire dalle novità liturgiche, in particolare la sostituzione della frase “Pace in terra agli uomini di buona volontà” con “Pace in terra agli uomini amati dal Signore”. Alcuni studenti hanno fatto notare che la nuova versione fa pensare ad una pace più inclusiva. Il confronto sul tema della pace ha aperto molte prospettive, da quella del perdono a quella dell’intervento di Dio nella storia umana e la Salvezza. Si sono distinti in particolare gli alunni di 2B, che hanno posto questioni non da poco, come per esempio il problema della sofferenza e la difficoltà di conciliare la bontà di Dio con l’esistenza dell’inferno.

La classe 4H ha affrontato con molta passione il tema dell’educazione religiosa: due gruppi contrapposti, uno a favore di una crescita secondo valori religiosi dati dalla famiglia, l’altro sostenitore della libertà di scelta, senza alcuna imposizione fin dall’infanzia. Commovente vederli dalle icone della videolezione, sembravano parlarsi come dalle finestre di una casa…

Ecco, questa è la dimostrazione che le lezioni a distanza e la Didattica Digitale Integrata non sono tempo perso (come pensa qualcuno), ma possono essere occasione per scoprire lati differenti e apprezzabili. Per ribadire il concetto che ha dato il titolo a questo post: le aule sono vuote, le teste no!


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mercoledì 2 dicembre 2020

GIONA E I PREGIUDIZI

Durante la DID, gli insegnanti sperimentano non solo una nuova didattica ma anche un nuovo modo di rendere attuale storie del passato.

E’ il racconto di Giona : un ignoto autore del V-IV secolo a.C. affronta un argomento scottante per la cultura ebraica. Con una sorta di parabola o finzione didattica propria del midrash, viene deplorata la resistenza di Israele a partecipare i doni di JHWH, di esclusivo privilegio.

Il testo racconta di Giona profeta, vissuto nel VII secolo a.C. come dice 2 Re 15,25, al quale Dio affida il compito di ammonire la popolazione di Ninive, il cui comportamento aveva suscitato la collera divina. Ma Giona, fu colto dalla paure, anziché ubbidire, fuggì per mare dalla parte opposta. Viene inghiottito da una balena e rimane nel suo ventre tre giorni, tempo in cui riflette sul suo comportamento. Giona rimane deluso perché i pagani si convertono alla sua predicazione Il profeta con condivide l’eccessiva bontà di Dio e che si lascia impietosire dopo aver minacciato il giudizio. 

Il libro si conclude con il brano dell’alberello di ricino, nato e morto in giornata, una lezione impartita a Giona, accecato dai suoi pregiudizi su Ninive e incapace di capire la compassione divina.

La storia di Giona è ricca di colpi di scena e di spunti interessanti. Giona, in ebraico Jonah, significa “colomba”. Uomo buono, ma ostinato e collerico. Fa controvoglia quello che Dio gli ordina e non capisce che, sperando di veder scomparire il popolo di Ninive, Giona si mostra ingiusto ed egoista.

La Bibbia non precisa quale tipo di pesce inghiotte Giona. Si può pensare a una balena, come nella storia di Pinocchio. In realtà il pesce è solo un simbolo, perché nessun uomo può rimanere vivo per tre giorni nel ventre di un pesce.

Giona rimane nel ventre del pesce per tre giorni e tre notti: era come rinchiuso in una tomba. Questa immagine ricorda quella di Gesù, che resuscita. Il profeta non è morto, non resuscita ma nasce ad una nuova vita. Rimanere nel ventre del pesce, e quindi a contatto con la profondità della sua anima, gli permise di riconoscere la grandezza e la potenza di Dio.

Cosa insegna oggi questo racconto?

Quali sono i parallelismi con Pinocchio?

Giona e Gesù?

Queste sono solo alcune domande dalle quali si può accendere la riflessione.



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