domenica 23 dicembre 2018

CHI FA IL PRESEPE?


Per Natale chi fa il Presepe? Chi solo l’albero? Chi fa entrambi? E chi non fa nulla?
A queste domande, fatte a inizio Avvento, sono state date risposte assai varie; non abbiamo fatto statistiche ma ci sembra che, in generale, il numero di chi solitamente non faccia nulla sia davvero esiguo, mentre la maggioranza fa sia il presepe che l’albero o solo l’albero.
Allora abbiamo pensato di proporre agli alunni delle classi prime di fotografare il presepe, che meglio rappresenta l’autentico significato di questa festa: Natale, la nascita di Gesù, vero Dio e vero uomo.
Sono arrivate fotografie di presepi fatti in casa, visti nelle strade del paese (Alice Castello, Tonengo), nelle chiese (Chiesa di San Giacomo Maggiore a Torrazza P.te, Santa Maria Assunta a Forno C.se, Santuario di Monte Stella a Ivrea, Duomo di Santa Maria Assunta a Chivasso, Santuario Madonna di Loreto a Chivasso), persino all’ipermercato; presepi notturni e illuminati, presepi con molte statuine o solo la Sacra Famiglia; presepi che hanno già Gesù Bambino e i Magi e presepi ancora con la culla vuota, secondo la tradizione più diffusa.
Non potendo pubblicarle tutte, ne abbiamo scelte solo quattro:





Gli elogi vanno comunque a tutti i ragazzi che hanno partecipato, delle classi 1A e 1F (indirizzo Turistico), 1D (indirizzo Scienze Applicate), 1E (indirizzo Scientifico), 1G e 1P (indirizzo Linguistico): Alessandro, Andrea, Beatrice B., Beatrice D., Benedetta, Chiara, Denis, Elisabetta, Enrico, Gabriel, Giorgia, Giulia, Kevin, Lorenzo, Lucrezia, Matteo, Matteo R., Maria, Martina, Micaela, Nicole, Nicolò, Paola B, Paola A., Rachele, Raji, Riccardo, Samanta, Valentina, Valerio.

Buon Natale a tutti!


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domenica 9 dicembre 2018

IMMACOLATA CONCEZIONE


All’interno della programmazione delle classi quinte, si è approfondito il concetto di dogma. La classe V C Artistico ha fotografato immagini di Maria Immacolata Concezione dopo aver approfondito l’Apocalisse di San Giovanni e l’immagine di Maria partoriente. Così il dogma cattolico dell’Immacolata Concezione, proclamato da Papa Pio IX l’8 dicembre 1854, sancisce come Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante della sua nascita. Per la Chiesa cattolica ogni essere umano nasce con il peccato originale e solo la Madre di Cristo ne fu esente. Nel contempo, Maria rappresenta la Nuova Eva, perché rispose affermativamente di fronte alla chiamata di Dio. Le immagini su Maria spesso sono rappresentate mentre schiaccia la testa del Serpente.

Chiesa di San Giacomo - Brandizzo (TO)

Nella devozione cattolica l'Immacolata è collegata con le apparizioni di Lourdes (1852). La data dell'8 dicembre - Concepimento - precede di nove mesi esatti la data della festa della nascita di Maria, 8 settembre; questo, a conferma che la festa e il dogma dell'Immacolata si riferiscono al primo istante di vita della futura madre di Cristo.



Post collegati per ulteriori approfondimenti sulla figura di Maria:


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domenica 25 novembre 2018

LA REGOLA DI SAN FRANCESCO


La classe 3G Linguistico ha approfondito con le insegnanti li Lettere, prof.ssa E. Oria e di IRC, F. Foti, la figura e le opere del Santo e dell’Uomo. Gli alunni oltre al Cantico delle Creature hanno letto nelle tre lingue del corso di studi Le 12 Regole francescane.

Regola 1: Inizio della Regola e la vita dei frati minori
Regola 2: Come abbracciare la vita francescana
Regola 3: Come i frati vanno per il mondo
Regola 4: I frati non ricevono denaro
Regola 5: Il modo di lavorare dei frati
Regola 6: I frati e i beni
Regola 7: Le penitenze dei frati peccatori
Regola 8: Elezioni del ministro del Capitolo
Regola 9: I predicatori
Regola 10: Correzione dei frati
Regola 11: I frati separati dalle monache
Regola 12: Come i frati affrontano i Saraceni.

Le Regole sono state lette in francese, inglese e spagnolo dai seguenti alunni: Gaia, Lisa, Jessica, Giorgia, Irene, Eleonora, Jessica V., Alessia, Aurora, Dennis, Lodovica, Valeria, Elisa.  La voce narrante Alessandro e il regista Mathias.




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domenica 11 novembre 2018

L’ESTATE A NOVEMBRE


Eh già, non è uno scherzo. Si parla, infatti, dell’estate di San Martino: i giorni che cadono a metà novembre secondo la meteorologia e l’esperienza dei nostri nonni, che ancora sapevano leggere i segni della natura, sono più caldi rispetto alla media del periodo.
Ma chi era San Martino?
Gli alunni della classe 2F indirizzo Turistico si sono prestati volentieri a fare una piccola ricerca; hanno trovato alcune informazioni e le hanno sintetizzate, elencandole in alcuni punti essenziali. Eccoli:
Martino nacque in Ungheria, da genitori pagani, nel 316-317; intraprese la vita militare, ma lasciò l’esercito nel 356. Del Santo si ricorda particolarmente un fatto, spesso rappresentato anche nei dipinti: un giorno Martino, quando ancora prestava servizio nell’esercito, incontrò un mendicante che moriva di freddo per strada; subito prese il suo mantello militare e lo tagliò in due, dandone una metà al povero. E’ in questo periodo che si completa la sua conversione al Cristianesimo, che lo vedrà impegnato nell’evangelizzazione e nella carità; nel 371 divenne Vescovo della città di Tours; morì a Candes-Saint-Martin l’8 novembre 397 ma nel Calendario viene ricordato l’11 novembre (oggi!), giorno in cui fu celebrato il suo funerale. Il culto di San Martino di Tours si diffuse rapidamente in Europa: in Francia, di cui è patrono, 4000 chiese e diversi paesi sono a lui intitolati; in Germania e Austria viene festeggiato con processioni di lanterne.

Tours_Basilica di San Martino

Tours_Basilica di San Martino, Cripta

Anche in Italia vi sono diversi comuni con questo nome; un esempio in zona è San Martino Canavese, che celebrava oggi la festa patronale: la chiesa parrocchiale è intitolata ai Santi Martino e Costanza e molti hanno un nome (o cognome) che rievoca proprio il Santo. Inoltre, l’espressione “estate di san Martino” si riferisce al fatto che, secondo la leggenda, subito dopo l’atto di carità compiuto dal Santo uscì il sole e il freddo diminuì (è anche vero che è tipico di questo periodo, dopo un abbassamento delle temperature, avere spesso un clima più mite).

L’episodio del mantello è stato commentato in classe e i ragazzi lo hanno considerato molto attuale: anche oggi, infatti, assistiamo ad una diffusa povertà di fronte alla quale, nonostante la diffidenza, molti si mostrano sensibili attraverso un impegno individuale. Vi sono, inoltre, diverse organizzazioni o associazioni come l’UNICEF, la Caritas o il Sermig che si impegnano costantemente per aiutare i più deboli.

A questo proposito vogliamo ricordare le parole di Papa Francesco in occasione della II GIORNATA MONDIALE DEI POVERI, prevista per il prossimo 18 novembre: 
In questa Giornata Mondiale dei Poveri siamo invitati a dare concretezza alle parole del Salmo "I poveri mangeranno e saranno saziati" (Sal. 22,27). Sappiamo che nel tempio di Gerusalemme, dopo il rito del sacrificio, avveniva il banchetto. In molte Diocesi, questa è stata un'esperienza che, lo scorso anno, ha arricchito la Prima Giornata Mondiale dei Poveri. Molti hanno trovato il calore di una casa, la gioia di un pasto festivo e la solidarietà di quanti hanno voluto condividere la mensa in maniera semplice e fraterna. Vorrei che anche quest'anno e in avvenire questa Giornata fosse celebrata all'insegna della gioia per la ritrovata capacità di stare insieme. (...) Sono innumerevoli le iniziative che ogni giorno la comunità cristiana intraprende per dare un segno di vicinanza e di sollievo alle tante forme di povertà che sono sotto i nostri occhi. Spesso la collaborazione con altre realtà, che sono mosse non dalla fede ma dalla solidarietà umana, riesce a portare un aiuto che da soli non potremmo realizzare.

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sabato 3 novembre 2018

FESTA DI OGNISSANTI


La Festa di Ognissanti o di Tutti i Santicade il 1° novembre di ogni anno. Le origini di questa ricorrenza sono lontanissime e si possono rintracciare al tempo dellantica cultura delle popolazioni celtiche.  
Tutto sembrerebbe risalire alla cultura celtica la cui tradizione divideva l’anno solare in due periodi. Quello in cui c’era la nascita e il rigoglio della natura e quello in cui la natura entrava in letargo passando un periodo di quiescenza. I giorni di inizio di questi due periodi venivanoquindi festeggiati. Il primo, durante il mese di maggio (quello della vita, e quindi della rinascita della natura) e il secondo a metà autunno (quello della morte, e della quiete della natura). 
Anche i romani festeggiavano in onore diPomona, dove si salutava la fine del periodo agricolo produttivo e si ringraziava la terra per i doni ricevuti. Quando Cesare conquistò la Gallia, le due feste pagane, celtica e romana, si integrarono. I giorni per il festeggiamento, quindi, cadevano, a seconda delle zone, in un periodo che si collocava tra la fine del mese di ottobre e i primi giorni di novembre. Solo in seguito i festeggiamenti caddero in un solo giorno e precisamentetra la notte del 31 ottobre e il primo novembre, cioè notte delle calende d’inverno, ed era il momento di maggior contatto tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Con l’affermarsi del cristianesimo, al significato di questa festa, prettamente agricola e pagana, se ne sovrappose un altro prettamente spirituale e religioso. Nel significato religioso si voleva commemorare il mondo dell’aldilà o il mondo della morte. 
Nel VII secolo, con l’avvento al soglio pontificio di Papa Bonifacio IV si tentò di cambiare la festa pagana in festa cristiana dandone così un significato puramente religioso. Per togliere ogni residuo di paganesimo, l’idea originale fu quella di abolire la festa pagana e il giorno di festa religioso venne chiamatoTutti i Santi. 
Circa due secoli più tardi, e più precisamente nell’835, Papa Gregorio IV fece coincidere la data dellafesta cristiana di Ognissanti o di Tutti i Santicon quella pagana.Il giorno della festa di Tutti i Santi cadeva quindi il 1° novembredi ogni anno. Giorno che cadeva in coincidenza del giorno successivo alla notte dellecalende d’inverno. Ma anche questo non bastò a sradicare il culto pagano. La Chiesa, così, introdusse nel X secolo una nuovafesta, quella dedicata ai morti che cadeva il 2 novembre. Durante i festeggiamenti del 2 novembre, venivano ricordate le anime degli estinti. I loro cari si mascheravano da angeli e diavoli e, come nella tradizione celtica, accendevano grandi fuochi.
Nel 1475 la festività di Ognissanti venne resa obbligatoriain tutta la Chiesa dOccidente da Sisto IV. Il culto pagano, però è sempre sopravvissuto nella cultura dei popoli europei fino ai giorni nostri. Si trattain special modo quello celtico, nonostante un lungo periodo di quasi totale dimenticanza. 
Oggi si celebrano entrambe le feste, quella più godereccia e quella spirituale. La Chiesa celebra il Figlio della Luce, Gesù, che ha sconfitto le tenebre e ricordiamo i Santi come esempi di vita e commemoriamo i defunti che vivono nel nostro ricordo affettuoso. 

Altare di San Sebastiano
Duomo Collegiata di Santa Maria Assunta, Chivasso-TO
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lunedì 29 ottobre 2018

PARLIAMO DI GIOVANI, PARLIAMO CON I GIOVANI


Perché i giovani sono a disagio, visto che hanno tutto?
Questa è la domanda centrale, tema del convegno al quale abbiamo partecipato giovedì 18 ottobre 2018 presso il Palazzo di Giustizia di Torino “DISAGIO GIOVANILE DEVIANZA SOCIALE E SCOLASTICA:  LA VOCE DEI RAGAZZI L'INCLUSIONE PER TUTTI”.
Sono intervenuti: la Dott.ssa Stefania Guido, Pedagogista Anpe Piemonte; la Dott.ssa Luisa Piarulli, Pedagogista, esperta in Bioetica e pedagogia del territorio e precedentemente Presidente Anpe Piemonte e Anpe Nazionale; Don Luigi Merola, della Fondazione A VOCE DE CREATURE di Napoli.
Le riflessioni, fatte alla presenza di molti docenti e di un numero considerevole di studenti delle scuole superiori, sono state davvero interessanti ed hanno toccato alcuni nodi essenziali, che presentiamo in sintesi.

Oggi bisognerebbe parlare di disagi, perché sono tanti; a un grado zero il disagio è normale, come ad esempio quello adolescenziale-evolutivo.
Ma può essere anche disagio specifico a livello storico, culturale, educativo ecc.; diventa, cioè, l'effetto di una specifica modalità di costruire un modello sociale: ad esempio una volta si manifestava come un aspetto conflittuale tra adolescente e genitore; questo conflitto era presente fino a 20-30 anni fa ed era un conflitto tra la legge familiare e il desiderio individuale. Era un disagio legato a un senso di rinuncia e insoddisfazione, perché l’adolescente non riusciva a soddisfare il proprio desiderio. Oggi non c'è più un conflitto e quindi non c'è più nemmeno l'apertura al desiderio.
Il disagio odierno è mancanza della mancanza e questo è preoccupante, perché si trasforma molte volte in disadattamento e de-vianza: i giovani hanno tante strade davanti e non sanno quale prendere; oggi, spesso, le agenzie educative hanno uno scarso interesse a questo momento, perché la vita è frenetica e non si ha tempo di accompagnare in questo crocevia l'adolescente, che si trova così solo e percepisce un futuro privo di progettualità.
Dunque, il disagio giovanile è lo specchio di un disagio più generale: i giovani dovrebbero avere dei modelli educativi, dei punti di riferimento, dei sogni. La nostra società è basata sulla delega educativa alla scuola, che recepisce gli indicatori di disagio, come ad es. il bullismo e il cyberbullismo, che sono i più evidenti. Ma quelli più gravi sono quelli più nascosti, come la depressione tra i bambini e il mutismo selettivo. Tuttavia, la scuola non può fare tutto da sola, c'è la necessità di una collaborazione a livello territoriale. Non è più possibile parlare di responsabilità della scuola, della famiglia, ecc.; bisogna parlare di corresponsabilità.
E un esempio concreto è quello portato da don Luigi Merola: la fondazione A VOCE DE CREATURE (la cui sede è “Villa di Bambù”, confiscata alla criminalità organizzata). In napoletano “voce” è il pianto del bambino; per l'adolescente è il silenzio, la criminalità. Don Merola è impegnato nella lotta contro la camorra e nella costruzione per e con i giovani di una realtà alternativa, costituita da attività e progetti di istruzione, educazione finalizzati alla formazione alla cittadinanza attiva ed all’integrazione culturale. Questo deve far riflettere sull’importanza di testimoniare in prima persona che è possibile conciliare legge e desiderio, e con l’impegno e la collaborazione possiamo aiutare i più giovani nel loro processo di crescita. La Montessori parlava del bambino come “padre dell'uomo”: bisogna ricominciare dai bambini, ripristinando la relazione e l'educazione (educare = tirar fuori il talento).

Al Convegno “Disagio giovanile devianza sociale e scolastica:  la voce dei ragazzi l'inclusione per tutti”.

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domenica 21 ottobre 2018

FINALMENTE!


Che cosa si saranno detti Adamo ed Eva quando si sono incontrati per la prima volta? A questa domanda gli studenti delle classi quarte dell’indirizzo Chimico hanno dato risposte diverse ma tutte interessanti. Eccone allora qualcuna:
  • Si sono chiesti: ”E tu chi sei?”.
  • Si sono parlati per conoscersi meglio.
  • Non si sono parlati, perché non esisteva ancora il linguaggio, ma si sono guardati negli occhi.
  • Si sono guardati con curiosità, perché essendo i primi non sapevano come erano fatti.
  • L’uomo, guardando la donna, ha visto se stesso come in uno specchio.
  • Lui è stato contento “perché a quel tempo l’uomo era triste”.

Secondo Gen. 2, 23 l’uomo esclama: “Questa volta essa è osso dalle mie ossa e carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, poiché dall’uomo è stata tolta”. Come dire: ”Finalmente!”
Finalmente due esseri simili, anche nel nome: ISH (uomo) e ISHA (donna).
E’ una frase breve, diversa dal poema d’amore del Cantico dei Cantici in cui lo sposo dichiara alla sua innamorata "Tu mi hai rapito il cuore!", eppure densa di significati.
Gli alunni scoprono certamente che la Bibbia non parla di un solo uomo e di una sola donna (teoria che sarebbe incompatibile con le conoscenze scientifiche apprese a scuola), e che Adamo ed Eva rappresentano la coppia-esempio della prima umanità creata da Dio.

A questo proposito, si consiglia la lettura del Diario di Adamo ed Eva di Mark Twain, un racconto in cui humor e poesia si intrecciano e nel quale i due protagonisti descrivono, ciascuno dal proprio punto di vista, l’incontro con l’altro. Così, per esempio dichiara Adamo: “Questa nuova creatura dai capelli lunghi mi sta sempre intorno” e “ La nuova creatura mangia troppa frutta. Andremo presto in rovina, probabilmente”.

Nella foto di oggi, Adamo ed Eva con l’uva invece della mela tradizionalmente utilizzata dagli artisti: il capitello si trova all’interno della Basilica di Santa Maria Maddalena a Vézelay, in Borgogna, terra di vigneti. Il sito è classificato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.  

Adamo ed Eva, Basilica di santa Maria Maddalena, Vézelay

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lunedì 8 ottobre 2018

SAN FRANCESCO D’ASSISI OGGI


Il 4 ottobre di ogni anno si ricorda il Santo patrono d’Italia. Qual è il messaggio che lascia oggi il poverello di Assisi?

"Povertà", "obbedienza" e "castità" sono i tre punti essenziali della vita di Francesco e dei suoi discepoli. Francesco iniziò a vivere la propria vocazione insieme a dei compagni che volevano imitare il suo esempio. Secondo la regola dettata da Francesco, la vita comunitaria deve cercare di conformarsi a questi principi:

-Fraternità: i frati non devono vivere soli, ma devono prendersi cura dei propri fratelli (e in generale di tutti) con amore e dedizione. La stessa cura si estende incondizionatamente non solo alle creature umane, ma a tutto il creato in quanto opera di Dio e dunque sacro, vivendo in questo modo la fraternità universale.

-Umiltà: porsi al di sotto di tutto e di tutti, al servizio dell'ultimo per essere davvero al servizio di Dio, liberarsi dai desideri terreni che allontanano l'uomo dal bene e dalla giustizia.

-Povertà: rinuncia a possedere qualsiasi bene condividendo tutto ciò che ci è dato con tutti i fratelli, partendo dai più bisognosi.

Francesco viveva in una cristianità, in un mondo duro, tutto era cristiano, dalla politica, alla filosofia, all’arte e all’economia. Oggi con il “processo di secolarizzazione”, e da qui la Modernità, il singolo individuo si definisce cristiano, però vive in una società civile, economica e politica non più permeata dalla dottrina cristiana. I cristiani oggi come allora devono essere “il sale della terra”. Ma la terra è piena di crimini, di orrori e dominata dall’ingiustizia e dall’indifferenza, guidata più dall’Io che da Dio, dall’Avere al posto dell’Essere.
Allora sì che Francesco d’Assisi insegna a tutti che un mondo migliore è possibile con il suo esempio di amore verso “tutte le creature”.

San Francesco d'Assisi - Statua
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sabato 29 settembre 2018

INTERVISTA A NOI DUE


Per il nuovo anno scolastico all'I.I.S. "Piero Martinetti" di Caluso abbiamo pensato di ri-presentarci in un modo un po’ insolito: la nostra caricatura, con molta autoironia, ed un autoritratto attraverso una doppia intervista.
Eccoci, dunque, in sala insegnanti prima dell’inizio delle lezioni.

Noi due all'I.I.S "Martinetti" di Caluso prima delle lezioni
Ed ora l’intervista; alcune delle domande sono quelle che ci fanno spesso i ragazzi.


1. PERCHE' HAI SCELTO DI INSEGNARE RELIGIONE?

Emanuela: Poco dopo il diploma, ho sostituito per brevi periodi un sacerdote che insegnava religione in una scuola superiore prevalentemente maschile: esperienza difficile per una supplente con alunni quasi coetanei; ma è stata una sfida: così ho deciso di frequentare l’università e dedicarmi a questo lavoro.
Francesca: All’ultimo anno delle superiori non sapevo cosa scegliere e una mia amica faceva studi teologici per insegnare. Ho pensato che quello era quello che volevo approfondire e insegnare. Così è stato.

2. COSA PENSANO I RAGAZZI DELLA FEDE?

E: Tanti ragazzi sostengono di non credere in Dio; i motivi principali sono la difficoltà di conciliare le conoscenze scientifiche con i racconti biblici e poi c’è il grande problema della sofferenza. Molti di loro si chiedono perché, se Dio esiste, permette la guerra, il dolore e la malattia.
F: I ragazzi hanno il tempo impegnato per tante cose e hanno tante cose e non pensano alla spiritualità. Però quando hanno occasione di pensare alla fede, ascoltano con serietà e attenzione.

3. QUAL E’ LA COSA PIU’ DIFFICILE DEL TUO LAVORO?

E: Dare delle risposte alle domande sulla sofferenza, soprattutto quando i dubbi degli alunni sono il risultato di esperienze personali dolorose.
F: La cosa più difficile è combattere i pregiudizi sulla mia disciplina.

4. GLI ALUNNI CHIEDONO LA COERENZA DI VITA?

E: Sì, faccio un esempio. Un alunno mi chiese un giorno: “Come va, prof?”. Io: “Oggi sono proprio stanca!” E lui: “Eh, ma se non ci dà la forza lei, come facciamo?” Sono rimasta senza parole!
F: I ragazzi chiedono se andiamo a messa e cosa pensiamo degli insegnamenti della Chiesa. Spesso non sono d’accordo con le idee, ma rispettano la coerenza di pensiero.

5. GLI INSEGNANTI DI RELIGIONE PREGANO SOLO O HANNO DEGLI HOBBY?

E: Ho diversi interessi: leggo moltissimo, anche in francese, vado volentieri a teatro  e concerti di musica classica; inoltre mi piacciono tutti i tipi di valzer.
F: Noi siamo persone come tutti gli altri e oltre che approfondire la nostra parte spirituale abbiamo delle inclinazioni e talenti diversi. Ascoltare musica rock, guardare buoni film ….sono alla base degli hobby.

6. GLI INSEGNANTI DI RELIGIONE ASCOLTANO RADIO MARIA?

E: No, l’ammetto. Ascolto Radio Due o le radio che trasmettono musica classica.
F: Mah no…….però vicino a radio Maria c’è Radio Deejay ed ascolto la seconda.


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domenica 2 settembre 2018

DA CALUSO IN TIBET...O QUASI


Le vacanze sono indubbiamente anche l’occasione per conoscere luoghi e culture diverse. Ecco allora un’interessante opportunità: la visita al Tempio Buddhista Tibetano di Lérab Ling! Beh, non è proprio in Tibet. Si trova a Roqueredonde, in Francia, ed è il più grande d’Europa.
La visita è del 12 agosto scorso e, casualmente, è avvenuta in un periodo di intensa attività spirituale: centinaia di monaci provenienti da diversi paesi, radunati per nove giorni, per un’incessante preghiera (24 ore su 24) in favore della pace nel mondo, la compassione tra gli esseri viventi e il rispetto dell’ambiente. Si tratta di un evento tradizionale tibetano che si ripete ogni anno.
Durante l’ora di religione all’I.I.S. “Piero Martinetti” di Caluso, il modulo relativo al Buddhismo è affrontato nelle classi del biennio.


Tempio di Lérab Ling

Per scoprire di più, ecco un’audio-video realizzato con il materiale raccolto durante la visita.




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giovedì 23 agosto 2018

CALENDARIO a.s. 2018-19 (1° PERIODO)


Eccoci vicini al rientro. Un nuovo calendario, dunque, relativo al primo periodo (settembre-dicembre 2018). Le domeniche sono contrassegnate dal colore arancione, i giorni di vacanza in verde e le festività cattoliche in giallo. Per chi volesse stamparlo, abbiamo previsto le due versioni, una a colori o, in alternativa, in bianco e nero.
Calendario 2018-19 (1° periodo) - colori

Calendario 2018-19 (1° periodo)- bianco e nero

A titolo di curiosità e per eventuali approfondimenti:

7 settembre – San Grato, vescovo di Aosta, seconda metà del V sec. Le reliquie sono conservate nella Cattedrale della città. Invocato per la protezione del bestiame e dei raccolti, è rappresentato nella pittura con le insegne episcopali e la testa di San Giovanni Battista che, secondo la tradizione, Grato ritrovò miracolosamente in Terra Santa. San Grato è particolarmente venerato in Canavese, dove si svolgono diverse fiere e sagre in suo onore.

4 ottobre – San Francesco d’Assisi (1182-1226), canonizzato da Papa Gregorio IX dopo soli due anni dalla sua morte, nel 1939 è stato proclamato Patrono d’Italia (insieme a Santa Caterina da Siena). Vale la pena rileggere il Canto XI del Paradiso di Dante, a lui dedicato. Per ascoltare invece il Cantico delle Creature https://youtu.be/vjdOyPunDI4

22 novembre – Santa Cecilia, II-III sec., fu data in sposa contro la sua volontà ad un pagano, che poi si convertì al Cristianesimo. Una versione della tradizione narra che il giorno delle nozze il suo cuore cantava di amore per Dio: questo è il motivo per cui nella pittura santa Cecilia è rappresentata con strumenti musicali come l’organo o l’arpa. E’ Patrona di musicisti e cantanti.


4 dicembre – Santa Barbara (III-IV sec.) si convertì al Cristianesimo contro la volontà del padre che la fece torturare e uccidere; la leggenda narra che fu colpito da un fulmine subito dopo averla decapitata. Nella pittura Santa Barbara è rappresentata con una torre, dove era stata rinchiusa affinché nessuno potesse vederne la bellezza. E’ invocata contro i fulmini ed è Patrona di marinai, artiglieri, Vigili del Fuoco.



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martedì 31 luglio 2018

MA GUARDA CHE LUNA!


Eccoci in piena estate, alla ricerca di svago e relax! Molti dei nostri studenti sono in vacanza, soprattutto chi ha superato l’Esame di Stato, altri sono impegnati nelle attività di alternanza scuola-lavoro. Ma speriamo che tutti, adulti compresi, siano riusciti a staccare un po’ dalla solita routine (smartphone compreso!) per guardarsi un po’ intorno e accorgersi di ciò che ci circonda.
Una magnifica occasione è stata l’eclissi di luna dello scorso venerdì 27 luglio: stare con il naso all’insù e lasciarsi trasportare dallo stupore e dall’immaginazione! Che meraviglia!

Eclissi di luna, 27 luglio 2018

Anche la luna, sempre puntuale nelle sue fasi,
regola i mesi e indica il tempo.
Viene dalla luna l’indicazione di ogni festa,
fonte di luce che decresce fino a scomparire.
Da essa il mese prende nome,
mirabilmente crescendo secondo le sue fasi.
È un’insegna per le schiere in alto,
splendendo nel firmamento del cielo.
Bellezza del cielo è la gloria degli astri,
ornamento che brilla nelle altezze del Signore.
Stanno agli ordini di colui che è santo, secondo il suo decreto,
non abbandonano le loro postazioni di guardia.
(Siracide 43, 6-10)





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venerdì 13 luglio 2018

LIBRI - MESTICANZA


Mentre si sta all’ombra dell’ombrellone o sul terrazzo di casa a gustare una bevanda fresca, è piacevole leggere un libro di un autore piemontese dal titolo particolare “ Mesticanza”. Giuseppe Aimo, originario di Castellino Tanaro, laureato in chimica, economia e commercio e lettere, lavorava alle Molinette di Torino. La sua vita era legata allo studio e al paese, tra Ceva e il suo hinterland, dove andava a rifugiarsi per un momento di libertà ai piedi della torre che contribuì a ristrutturare.

Il libro, raccolta di 12 racconti e un capolavoro, raccoglie le testimonianze del passato, con i veri sentimenti e “sapeva trasformare il vissuto in una vera lezione di vita”.
Mesticanza, un’insalata, mista di 12 racconti scritti tra il 2012 e il 2015. Cinque racconti sono affioramenti del suo passato, cinque racconti sono modelli del modo di vivere dei giorni nostri. L’autore non si chiede se il modo di vivere del passato sia migliore da quello attuale. Perché è diverso, “terribilmente diverso”. “Siamo noi, che ci piaccia o no, il mondo in cui viviamo ce lo siamo costruito così. Noi, con la nostra straordinaria capacità di adattamento alle più diverse condizioni di vita, con la nostra resistenza alla vita grama e il nostro infiacchimento nella vita comoda. E adesso, ci piaccia o no, è in questo mondo che dobbiamo vivere”.
Due racconti dedicati alle due grandi passioni della sua vita: uno la chimica e uno la letteratura, in particolare la narrativa. Un’insalata eterogenea condita con un’unica nota speziata: l’ironia, il sapore prezioso della vita.


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