venerdì 26 aprile 2019

I.I.S. MARTINETTI: IL CAPITANO ULTIMO SI RACCONTA AI GIOVANI


Venerdì 12 aprile, in un’Aula Magna gremita, l’I.I.S. “Martinetti” ha avuto il prestigio e l’onore di ospitare il Colonnello Sergio De Caprio, alias ULTIMO, uomo che al comando di CRIMOR arrestò il capo di Cosa Nostra Salvatore Riina.
L’iniziativa, di altissimo valore civico, è stata organizzata dall’istituto calusiese in collaborazione con l’I.I.S. “Ubertini”. Le classi 5 dell’istituto, approfondendo Cittadinanza e Costituzione, hanno avuto l’occasione di conoscere in prima persona chi applica la Legge con dedizione e Amore verso gli ultimi della società.

Ecco alcune domande e risposte significative.

Che cosa vi spinge a dedicare la vostra vita a un mestiere così rischioso?
È l’amore che ci spinge, l’amore che ci tiene legati anche a chi non conosciamo e che ci muove a dedicarci alla società civile, donandosi senza volere nulla in cambio, ma per la fratellanza che ci unisce in quanto uomini.

Qual è il rapporto tra il coraggio e la paura?
La paura è una costante della vita, anche voi che siete in questa sala in questo momento mi fate paura; ma anche se ho paura non scappo.

Ha una famiglia? E quali sono i suoi rapporti con lei?
Naturalmente noi non parliamo mai delle nostre famiglie, per ragioni di sicurezza. Certo le trascuriamo, le abbandoniamo, ma le portiamo sempre nel cuore. Ci sentiamo in colpa perché non siamo vicini a loro nel quotidiano, ma sanno che li amiamo e sono fieri di noi.

Perché tiene il volto coperto anche se la mafia conosce il suo nome?
Perché la mafia non conosce la mia faccia, le nostre facce. Tutti i Carabinieri sono addestrati all’eventualità di vivere nascosti: allora dobbiamo essere nebbia, l’incubo, l’ossessione segreta dei criminali.

Il Capitano Ultimo nell'Aula Magna dell'I.I.S. "Martinetti" di Caluso


Come nasce la Casa-famiglia Volontari Capitano Ultimo?
Il nostro sogno è un mondo che non abbia bisogno di Carabinieri, ci battiamo per realizzare gli ideali di legalità, fraternità, uguaglianza. La Casa-famiglia nasce da questo sogno e dalla volontà di dare un’opportunità ai ragazzi che si sono perduti, dare loro una famiglia, scendere in strada superando l’indifferenza, e come soldati donarsi all’altro prendendosi cura di chi non ha avuto una possibilità.

Quanto ha scommesso la mafia sulla sua vita?
So che Bagarella avrebbe pagato un miliardo di Lire per la mia cattura, ma a me non interessa: per me la mafia è niente.

Quanto è durata l’operazione di cattura di Riina? E quanto dura un’operazione in genere?
La durata di un’operazione la decide l’avversario, che va seguito, studiato, dobbiamo diventare come un suo parassita. La cattura di un criminale è un’arte, nella quale ognuno esprime i propri talenti. L’operazione di cattura di Riina durò circa quattro mesi, ma in genere le operazioni possono durare anni.

Durante la cattura di Riina, qual è stata l’emozione dominante?
Personalmente ho provato il vuoto tipico di quando si ottiene qualcosa che si stava inseguendo da molto tempo, ma anche la voglia di trovare subito un nuovo obiettivo. Di solito c’è poco tempo per le emozioni, prevalgono la concentrazione e la volontà di fare bene.

Che cos’ha provato quando pochi mesi fa Riina ha chiesto di uscire di prigione per problemi di cuore?
Il mio lavoro è in strada: io sono un combattente e quando finisce la battaglia non esisto più.

Ha lavorato con altri reparti dei Carabinieri?
Io sono cresciuto alla Stazione dei Carabinieri, persone che nel fare piccole cose non si rendono conto di realizzare qualcosa di grande. Da loro ho imparato l’umiltà del non ricercare sempre la ricompensa. Sono stato anche al ROS, nei Servizi Segreti e ora faccio parte del Reparto Servizi Ambientali e Parchi…ma il reparto più straordinario rimane sempre la Stazione dei Carabinieri.

Che cosa possono trasmettere gli insegnanti ai ragazzi di ciò che lei ha realizzato?
Io riconosco gli insegnanti come la massima autorità e chiedo scusa perché noi Carabinieri non siamo riusciti a donarvi un mondo senza soprusi, però ce l’abbiamo messa tutta. Insegnanti e ragazzi possono costruire questo mondo, possono rappresentare un esercito invincibile di fratelli che si tengono per mano. I ragazzi hanno una forza straordinaria: possono realizzare un mondo popolato da persone responsabili e con una voce: persone curiose, che fanno domande guardando il proprio interlocutore negli occhi e costringendolo a dare risposte concrete e ragionate. Il popolo e i giovani in particolare hanno autorità e devono contribuire a costruire un’Italia che cresce, orgogliosa del proprio passato ma anche capace di investire il proprio talento nella realizzazione di un futuro grande. L’insegnante è un miracolo: dona il proprio sapere a giovani che non sono i suoi figli, approfittatene e coltivate il vostro talento.

Che cosa l’ha spinto a diventare Carabiniere?
L’amore per la gente e la volontà di vivere la strada in mezzo all’umanità, in mezzo al popolo che sa donare, il bisogno di restituire amore a una comunità generosa.

Che cos’ha provato quando le hanno affidato il caso Riina?
Un grande onore, grande rispetto per chi era morto per quel caso, come Falcone e Dalla Chiesa, che ho visto prima abbandonati e poi uccisi. Ero entusiasta di poter affrontare quei nemici, ma ne sentivo l’enorme responsabilità.

Post collegato: NO ALLE MAFIE

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