lunedì 29 agosto 2022

IL BLOG SI RINNOVA

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venerdì 1 luglio 2022

I SANTI PIETRO E PAOLO

Il 29 giugno è la ricorrenza dei due apostoli e due personaggi diversi, ma entrambi fondamentali per la Storia della Chiesa del primo secolo. Entrambi hanno costruito le radici sulle quali si alimenta continuamente la fede cristiana.

San Pietro, scelto da Cristo a fondamento dell’edificio ecclesiale, pastore del gregge santo, è il segno visibile dell’unità e della comunione nella fede e nella carità come nei suoi successori e adesso il Santo Padre Francesco che tanto si adopera per la Pace nel mondo.


San Paolo, scelto sulla via di Damasco da Cristo stesso, strumento eletto per portare il suo nome davanti ai popoli, è il più grande missionario di tutti i tempi, apostolo delle genti, difensore dei pagani e che insieme a Pietro fa risuonare il messaggio evangelico nel mondo mediterraneo.

Gli apostoli Pietro e Paolo sigillarono il loro martirio verso il 67 d.C. con Nerone che li imprigiona e li condanna a morte. Paolo è decapitato con una spada e sepolto lungo la via ostiense, e prima di morire guarisce l'occhio di una donna di nome Perpetua. Pietro sta per essere crocifisso ma dice "Non son degno di essere crocifisso come il mio Signore", e viene crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale.


Interessante è leggere la loro storia attraverso i testi Sacri Matteo 16,13-19, Giovanni 21,15-17.

Le lettere di San Paolo sono le migliori testimonianze di fede e in esse Paolo scrive a varie comunità da lui fondate o visitate nei suoi viaggi apostolici.

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lunedì 27 giugno 2022

LE COSE CHE CI FANNO PAURA

Quali sono le cose che ci fanno paura e come affrontarle? Le due sorelle adolescenti Evie e Lottie lo scoprono molto in fretta in una Londra contemporanea e multiculturale dove però il razzismo è sempre dietro l’angolo.

Il romanzo “Le cose che ci fanno paura” di Keren David affronta questo argomento in modo lieve: il lettore è accompagnato per mano alla scoperta della cultura ebraica e messo di fronte alle contraddizioni umane che interpellano la coscienza e chiedono una presa di posizione chiara.

La lettura del libro è stata proposta agli studenti di alcune classi del nostro Istituto.

Per una migliore comprensione della storia, sono stati fatti alcuni approfondimenti durante le ore di IRC:

  • cosa significa essere ebreo: antenati e discendenti
  • lo shabbat e la sinagoga
  • la Torah e gli oggetti rituali
  • alcune festività importanti
  • la cucina kosher: cibi e ricette
  • e infine…contro i pregiudizi l’umorismo ebraico

E’ possibile visualizzare la presentazione del materiale preparato e proposto agli alunni (immagini, video e link) cliccando QUI

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sabato 9 aprile 2022

UN EBOOK PER LA PACE

Ecco un nuovo esperimento: l’idea di coinvolgere gli studenti di alcune classi nella raccolta di idee e parole per la pace. I lavori presentati singolarmente o per gruppi sono stati poi sistematizzati dall’insegnante e adattati alle esigenze di pubblicazione. E’ nato, così, un vero e proprio ebook leggibile online o scaricabile. Il font scelto è “opendyslexic”, suggerito generalmente per favorire coloro che hanno difficoltà di lettura. La solita rotellina delle impostazioni permette di modificare alcuni parametri. Inoltre, se si utilizza il pc, è possibile selezionare il pulsante “leggimi”, che attiva l’audiolibro.

La finalità del lavoro, che si inserisce nel contesto di educazione alla pace, è quella di far riflettere gli studenti sull’argomento e sui significati attribuiti a questa parola, aiutarli ad affrontare le paure e, in un periodo così difficile, cercare di tenere viva la speranza in un futuro migliore.

CLICCA QUI PER LEGGERE L'EBOOK

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sabato 2 aprile 2022

IL MARTINETTI INCONTRA L’IMAM

Per la prima volta in assoluto, mercoledì 30 marzo il nostro Istituto ha ospitato l’Imam Brahim Baya, portavoce e responsabile delle relazioni esterne e della comunicazione dell’Associazione Islamica delle Alpi, con sede a Torino. Il dott. Baya, nato in Marocco nei pressi di Casablanca e residente a Torino, ha incontrato gli studenti delle classi terze ai quali ha chiarito molti aspetti, descrivendo l’Islam come una religione molto variegata perché legata ad un’interpretazione del Corano diversificata. Ogni parola, ogni precetto può essere interpretato in mille modi, dal senso più illuminato dalla libertà e dal rispetto, a quello più radicale, talvolta intriso d’odio. E così - grazie anche alla grande competenza linguistica del relatore, che si occupa fra l’altro di traduzione dall’arabo all’italiano - sono stati passati in rassegna i significati di molte parole chiave quali islam (che va da pace o abbandono, fino a sottomissione), Jihad (da sforzo a guerra santa),  fatwa (da diritto di morte a responso giuridico di un sapiente). Seguendo l’interesse dei ragazzi monitorato da sondaggi on line e le loro domande, Baya si è inoltre soffermato su alcune questioni scottanti della tradizione islamica come la condizione della donna e l’utilizzo del velo, il diritto all’istruzione delle ragazze, l’utilizzo del burqa, la sottomissione volontaria ai precetti, il senso del digiuno del mese di ramadan e dell’elemosina, la natura del giorno del venerdì e come un individuo islamico che vive in occidente possa conciliare il lavoro con la pratica della sua religione. 

Baya ha ammesso che l’Islam oggi sta attraversando un periodo molto oscuro, in cui riemergono con prepotenza antichi retaggi culturali addirittura preislamici ed ha invece predicato un Islam diverso, in cui il precetto religioso si svincola dalla sua valenza giuridica e resta soltanto una scelta libera del fedele, un modo per diventare persone migliori alla scuola di Dio, Allah o YHWH. Sempre lo stesso Dio. Quello predicato da Brahim Baya, in un’atmosfera di dialogo interreligioso, è senz’altro un Islam che non fa rumore, di cui pochi parlano, ma che per fortuna molti praticano. L’altro Islam, quello violento, che nega alle bambine di istruirsi, che pretende di essere padrone della propria moglie, che si arma in nome di Dio per punire gli infedeli e il laicismo che avanza, di quello sì che i giornali e i social parlano e a ragione. La nostra speranza è che tutti gli islamici moderati e pacifisti  del mondo abbiano la stessa libertà di parola e di pensiero di Brahim Baya e diventino presto un coro capace di soffocare inconcepibili grida d’odio in nome di Allah. 

L’iniziativa è stata proposta e organizzata dal dipartimento IRC, formato dalle docenti Emanuela Cicchini, Francesca Foti e Ileana Orsini che ha moderato l’incontro. 

Il Martinetti di Caluso incontra l'Imam

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sabato 5 marzo 2022

PAROLE PROFETICHE

Rileggendo l’Enciclica “Pacem in Terris” (1963) di Giovanni XXIII non si può fare a meno di pensare che, alla luce degli avvenimenti attuali, le sue siano parole profetiche.

Eccone alcuni estratti:

Ci è pure doloroso costatare come nelle comunità politiche economicamente più sviluppate si siano creati e si continuano a creare armamenti giganteschi; come a tale scopo venga assorbita una percentuale altissima di energie spirituali e di risorse economiche; gli stessi cittadini di quelle comunità politiche siano sottoposti a sacrifici non lievi; mentre altre comunità politiche vengono, di conseguenza, private di collaborazioni indispensabili al loro sviluppo economico e al loro progresso sociale.

Gli armamenti, come è noto, si sogliono giustificare adducendo il motivo che se una pace oggi è possibile, non può essere che la pace fondata sull’equilibrio delle forze. Quindi se una comunità politica si arma, le altre comunità politiche devono tenere il passo ed armarsi esse pure. E se una comunità politica produce armi atomiche, le altre devono pure produrre armi atomiche di potenza distruttiva pari.


In conseguenza gli esseri umani vivono sotto l’incubo di un uragano che potrebbe scatenarsi ad ogni istante con una travolgenza inimmaginabile. Giacché le armi ci sono; e se è difficile persuadersi che vi siano persone capaci di assumersi la responsabilità delle distruzioni e dei dolori che una guerra causerebbe, non è escluso che un fatto imprevedibile ed incontrollabile possa far scoccare la scintilla che metta in moto l’apparato bellico. Inoltre va pure tenuto presente che se anche una guerra a fondo, grazie all’efficacia deterrente delle stesse armi, non avrà luogo, è giustificato il timore che il fatto della sola continuazione degli esperimenti nucleari a scopi bellici possa avere conseguenze fatali per la vita sulla terra.

Per cui giustizia, saggezza ed umanità domandano che venga arrestata la corsa agli armamenti, si riducano simultaneamente e reciprocamente gli armamenti già esistenti; si mettano al bando le armi nucleari; e si pervenga finalmente al disarmo integrato da controlli efficaci. "Non si deve permettere — proclama Pio XII — che la sciagura di una guerra mondiale con le sue rovine economiche e sociali e le sue aberrazioni e perturbamenti morali si rovesci per la terza volta sull’umanità" .


Occorre però riconoscere che l’arresto agli armamenti a scopi bellici, la loro effettiva riduzione, e, a maggior ragione, la loro eliminazione sono impossibili o quasi, se nello stesso tempo non si procedesse ad un disarmo integrale; se cioè non si smontano anche gli spiriti, adoprandosi sinceramente a dissolvere, in essi, la psicosi bellica: il che comporta, a sua volta, che al criterio della pace che si regge sull’equilibrio degli armamenti, si sostituisca il principio che la vera pace si può costruire soltanto nella vicendevole fiducia. Noi riteniamo che si tratti di un obiettivo che può essere conseguito. Giacché esso è reclamato dalla retta ragione, è desideratissimo, ed è della più alta utilità.

Allontani egli dal cuore degli uomini ciò che la può mettere in pericolo; e li trasformi in testimoni di verità, di giustizia, di amore fraterno. Illumini i responsabili dei popoli, affinché accanto alle sollecitudini per il giusto benessere dei loro cittadini garantiscano e difendano il gran dono della pace; accenda le volontà di tutti a superare le barriere che dividono, ad accrescere i vincoli della mutua carità, a comprendere gli altri, a perdonare coloro che hanno recato ingiurie; in virtù della sua azione, si affratellino tutti i popoli della terra e fiorisca in essi e sempre regni la desideratissima pace.

(Pacem in Terris, 59-60-61-91)


Il documento viene analizzato durante l’ora di Religione con le classi quinte, all’interno del modulo “La Chiesa nel Novecento”.

Post collegato: BEATITUDINI E “PACEM IN TERRIS” 

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domenica 27 febbraio 2022

DESIDERIO DI PACE

Cosa pensano i giovani della pace?

Gli alunni della classe 2B indirizzo Chimico già all’inizio di febbraio hanno preparato alcune slides sull’argomento per un lavoro di gruppo digitale: utilizzando un file condiviso di Google Presentazioni hanno scelto immagini e citazioni sull’argomento e le hanno accompagnate con le loro riflessioni personali.

Gli elementi iconografici comuni sono indubbiamente

  • LA COLOMBA CON L’ULIVO. Questa figura compare dopo il diluvio, come segno di riconciliazione: “e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo” (Gen. 8,11)
  • LE MANI STRETTE O INTRECCIATE INTORNO ALLA TERRA, simbolo di condivisione e unione senza confini.

Le parole inserite sono soprattutto citazioni di persone che costituiscono esempi per l’umanità intera, come Madre Teresa di Calcutta, Nelson Mandela e Mahatma Gandhi; il desiderio che emerge anche nelle riflessioni personali è la capacità di sognare e di costruire una convivenza senza distinzioni e discriminazioni.

Questo l’hanno imparato fin da bambini, con le poesie e le filastrocche. Adesso, però, bisogna che se ne ricordino anche gli adulti!!!

Allora facciamo un ripasso. Ecco qui PROMEMORIA, di Gianni Rodari:


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