venerdì 28 aprile 2017

IL PERCORSO MEDIOEVALE - PISA, FIRENZE, URBINO, CESENA E FERRARA

DESTINATARI:
Alunni della classi terze e quarte di ogni indirizzo.
MOTIVAZIONE:
Il viaggio d’istruzione delle classi 3 e 4E indirizzo scientifico che si è svolto dal 3 al 7 aprile 2017 ha avuto come obiettivo la visita alle città medioevali di: Pisa, Firenze, Arezzo, Urbino, Cesena e Ferrara.
Gli alunni sono stati preparati in anticipo dall’insegnante di storia dell’arte che, sapendo l’itinerario del viaggio, ha predisposto lezioni specifiche.
Oltre ai contenuti gli alunni hanno sviluppato:
la competenza di spazio e tempo, attraverso l’orientamento geografico nelle diverse città e utilizzarle nei tempi liberi a disposizione;
competenza linguistica e discorsiva nel ruolo di apprendisti Ciceroni a Firenze;
sono stati attenti all’accessibilità delle varie città e hanno potuto riscontrare i punti deboli da segnalare ai vari Uffici del Turismo;
la dimensione sociale e umana nei confronti della disabilità.
PERCORSO DIDATTICO:
A Firenze gli alunni della 4E hanno spiegato ai compagni presenti all’uscita didattica:
La via che conduce allo Spedale degli Innocenti; Piazza Duomo; il Battistero; Piazza della Signoria e la loggia dei Lanzi ; Lungo Arno e Ponte Vecchio; Visita guidata Cappella Brancacci, presso la Basilica di Santa Maria del Carmine; Piazza di Santo Spirito.
Arezzo: Cappella Bacci, presso la Basilica di S. Francesco; Fortezza Medicea.
Urbino: Piazza Borgo Mercatale; Fortezza Albornoz; Palazzo Ducale; visita del palazzo e della Galleria Nazionale delle Marche; attività di ricerca individuale nel centro storico.
Cesena e Ferrara: visita guidata Biblioteca Malatestiana Antica e Biblioteca privata di Papa Pio VII; passeggiata nel centro storico dal Castello Estense al Palazzo dei Diamanti.
STRUMENTI:
Agli alunni sono state fornite fotocopie con sintesi del modulo; tra i documenti utilizzati: mappa dei luoghi e utilizzo di strumenti tecnologici come guida.
OBIETTIVI SPECIFICI
Conoscere il contesto storico, economico, sociale e religioso dell’epoca; individuare la stretta relazione tra di essi; riconoscere nel territorio e nella storia di oggi i segni dell’operato di coloro che ci hanno preceduti; riconoscere il valore della presenza concreta della Chiesa nei vari aspetti della vita quotidiana.

giovedì 20 aprile 2017

CURIOSITA’ - DON BOSCO E IL VINO

Figlio di contadini, Giovanni Bosco nasce in una cascina nella frazione collinare “I Becchi” di Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo Don Bosco). Lavora nei campi come garzone e, dunque, la sua attenzione verso l’agricoltura è dovuta alle origini familiari; porta spesso i ragazzi a vendemmiare nelle vigne del Monferrato e scrive anche diversi articoli sull’argomento: in uno di questi si legge che il vino fa bene se buono e bevuto con discrezione, mentre l’eccesso nel bere abbrevia la vita ed è causa di guai e miseria per tante famiglie.
A lui è attribuito un volumetto intitolato L’Enologo italiano:
“In mezzo a tale fermento compariva un volume di 150 pagine dal titolo: “L'Enologo Italiano”, opera di D. Bosco, del quale non ci venne fatto di trovare copia non ostante lunghe ricerche. In esso libro, dopo aver accennato alla coltura delle viti, alle condizioni di una buona cantina, alla preparazione dei tini, delle botti e degli altri vasi vinari, egli insegnava tutte le diverse maniere di produrre il vino, il tempo di travasarlo, il modo di conservarlo sano, d'impedire che inacetisca o prenda gusti cattivi, pei quali tante volte una povera famiglia si vede andare a male le fatiche e il reddito di un intero anno. Egli aveva incominciato questo scritto sul finire del 1844, quasi, egli disse, per darsi uno svago, occupandosi eziandio del benessere materiale de' suoi compaesani. Ma D. Bosco non operava mai a caso, mai fuori di tempo. Pare che un suo primo trattato siagli riuscito molto compendioso e che ora lo svolgesse con maggiori ragguagli. Consegnatolo alle stampe, lo diffondeva a più migliaia di copie fra i contadini e ne faceva un presente ai parroci, ai medici, ai sindaci di sua conoscenza; di propria mano lo donava in Torino ad alcuni di quelli che si proclamavano paladini delle libertà popolari, e non dimenticava di farne ossequio a certi membri più influenti dei vari Congressi. Non era entrato in politica, ma faceva proprie con questo libro le idee e le aspirazioni del popolo in ciò che si riferiva alla sua prosperità. Dappertutto si parlava di commerci e di dazi pel vino; quindi con “L’Enologo” D. Bosco si dimostrava, quale era, un amante de' suoi concittadini, un fautore di progresso e di civiltà; e guadagnavasi la simpatia di molti, dei quali importavagli assicurarsi l'appoggio”.
(dalle Memorie Biografiche di Eugenio Ceria, 1933)

I SANTI SOCIALI - DON BOSCO

DESTINATARI:
Alunni della classi quinte indirizzo Tecnico Turistico.
MOTIVAZIONE:
Il modulo sui “Santi Sociali” del Piemonte fa parte del programma IRC delle classi quinte; in questo caso, è stato pensato come approfondimento in occasione dell’uscita delle due classi dell’indirizzo Turistico in  Monferrato, con visita di una cantina e Castelnuovo Don Bosco.
PERCORSO DIDATTICO:
I “Santi Sociali” nel Piemonte dell’Ottocento; alcuni esempi:  
-don Giuseppe Cottolengo (Bra, 1786 – Chieri, 1842)
-Card. Guglielmo Massaia (Piovà d’Asti, 1809 – San Giorgio a Cremano, 1889)
-don Giuseppe Cafasso (Castelnuovo d’Asti, 1811 - Torino, 1860)
-don Giovanni Bosco (Castelnuovo d’Asti, 1815 - Torino, 1888)
-don Leonardo Murialdo (Torino, 1828-1900)
-Domenico Savio (Riva di Chieri, 1842 - Mondonio, 1857)
-Giuseppe Allamano (Castelnuovo d’Asti, 1851 – Torino, 1926)
Presentazione del contesto sociale e religioso, collocazione geografica. Biografia ed operato di don Bosco. Lettura di documenti.
STRUMENTI:
Agli alunni sono state fornite fotocopie con sintesi del modulo; tra i documenti utilizzati: mappa della zona, articolo del giornale “La Gazzetta Piemontese” (oggi La Stampa) del 31 gennaio-1 febbraio 1888, letture tratte dalle Memorie Biografiche di Eugenio Ceria, 1933. 
OBIETTIVI SPECIFICI:
Conoscere il contesto storico, economico, sociale e religioso dell’epoca; individuare la stretta relazione tra di essi; riconoscere nel territorio e nella storia di oggi i segni dell’operato di coloro che ci hanno preceduti; riconoscere il valore della presenza concreta della Chiesa nei vari aspetti della vita quotidiana come l’ambito educativo, sanitario ecc.  


sabato 8 aprile 2017

IL MEETING DI PACE DELLE RELIGIONI

Questo lavoro è stato fatto con le classi seconde degli indirizzi Chimico, Linguistico e Turistico. Agli studenti  è stato affidato questo compito: "Immagina di dover organizzare un meeting di pace tra le religioni.  Cosa scriveresti sul pieghevole pubblicitario?"  Le idee sono state molte, alcune profonde, altre un po' bizzarre; tutte comunque interessanti.  Vale la pena prendere in considerazione alcune proposte, qui riportate integralmente o in parte  così come gli studenti  le hanno scritte. 

La colomba è tra i disegni utilizzati come simbolo dell'evento: 

                       
                          Alessandra, classe 2G
Daria, classe 2B














La motivazione è condivisa: "(…) parlare dei problemi di intolleranza dovuti al diverso credo. Ultimamente ci sono state sempre molte guerre legate a questi problemi e noi con questa conferenza vogliamo porre fine e portare la pace" (Letizia, classe 2G). 
"Sono invitate  persone di tutte le nazioni, persone che desiderano un mondo migliore, che vogliono esprimere le proprie opinioni e soluzioni. Si affronteranno diversi argomenti riguardanti le guerre e soprattutto la pace. Vi aspettiamo in tanti" (Oana, classe 2G). 
In alcuni casi, come logo dell’evento sono state scelte le mani e/o i simboli delle diverse religioni:

                    
                      Chiara, classe 2G

Valeria, classe 2G
                                
                                     Chiara, classe 2H

Martina, classe 2H













L'idea di Andrea e Paolo è originale: 
Andrea e Paolo, classe 2A
La conclusione, che è una speranza e un augurio, è sintetizzata bene in queste parole: "Unione, fratellanza, fede, libertà di culto, aiuto reciproco, pace, accoglienza (…) questo messaggio è rivolto a tutte le religioni e i loro discepoli, tutta l'umanità, insieme, può fare ogni cosa e non pensate che tutti siano diversi, perché al mondo nessuno è diverso, perché tutti fanno parte del mondo" (Simone, 2G).