domenica 22 aprile 2018

UN GIRO A GERUSALEMME

Parliamo del “Giro”. Il Giro d’Italia che, quest’anno, inizia venerdì 4 maggio in Israele; la prima tappa, con un circuito di 9,7 km, è proprio Gerusalemme: partenza da Ytshak Keriv Street alle ore 13,50 (in direzione King David Street), arrivo a Shlomo ha Melekh Street, appena fuori dalle mura della Città vecchia.

Mappa di Gerusalemme
Il percorso è dedicato a Gino Bartali (1914-2000), che vinse il Giro nel 1936, 1937 e 1946 e il Tour de France nel 1938, quando rifiutò di dedicare la vittoria a Mussolini e scelse di portare il mazzo di fiori destinati al vincitore in una chiesa, e nel 1948. Il campione collaborò attivamente al movimento di resistenza: con la scusa degli allenamenti, nascose nel telaio e nel manubrio della bicicletta documenti falsi, portandoli da Assisi, dove c’era una stamperia clandestina, all’Arcivescovo di Firenze Elia Dalla Costa; contribuì in questo modo a salvare la vita di centinaia di ebrei, tanto che nel 2006 è stata conferita in sua memoria la medaglia d’oro al valor civile e nel 2013 lo Stato di Israele lo ha dichiarato “Giusto tra le Nazioni”: da allora, al Memoriale della Shoah “Yad Vashem” di Gerusalemme, si trova un albero a lui dedicato e che porta il suo nome. Per tornare al Giro, la seconda tappa sarà da Haifa a Tel Aviv, la terza da Be’er Sheva a Heilat.
Ecco uno scorcio dello Yad Vashem
 

lunedì 16 aprile 2018

IL MUSICISTA E LO STRUMENTO

Abbiamo già raccontato di una domanda che gli studenti si pongono spesso: “Creazione o evoluzione?” Per molti di loro, la risposta è quasi scontata. Eppure, analizzando meglio il racconto di Genesi 1-2,4 si possono scoprire alcuni particolari molto interessanti… 
Lo proponiamo attraverso la lettura realizzata dagli alunni della classe 3H (indirizzo Chimico Biotecnologie Sanitarie)
 
Avete notato, ad esempio, l’utilizzo ripetuto dell’espressione “secondo la loro specie”? E allora, se Dio ha creato tutto ma “non è un mago” (per usare le parole già citate di Papa Francesco), come si configura il rapporto tra il Creatore e le leggi della natura di cui ci parla la scienza? Una risposta interessante è quella del teologo Jean-Michel Maldamé, letta dagli alunni della classe 3B (indirizzo Chimico Biotecnologie Sanitarie e Biotecnologie Ambientali).
 
Post collegato:
DIO NON E' UN MAGO

mercoledì 11 aprile 2018

LA STORIA DI NOE’


Durante l’anno scolastico, le classi seconde (C,D,E,G) hanno approfondito la storia ebraica e con l’insegnante IRC hanno scelto di vedere il film Noha di Darren Aronofsky.

Il film molto bello da un punto di vista naturalistico e di effetti speciali narra la celebre impresa biblica compiuta dal patriarca Noè, all’interno del libro della Genesi, che prevede la costruzione dell’Arca allo scopo di salvare l’umanità dal diluvio universale. Noha viene aiutato a costruire l’arca da un gruppo di Vigilanti, simili ad orrendi giganti di pietra, ma che in realtà erano angeli di pura luce che guardando la stirpe di Adamo ed Eva nella miseria, contravvenendo all'ordine del Creatore, decisero di aiutarli, al prezzo del loro aspetto che il fango e la terra imprigionarono per sempre. Grazie alle loro abilità gli uomini sopravvissero, ma col tempo le trasformarono in strumenti di violenza e resero schiavi i Vigilanti. Ci fu un uomo, però, che li salvò e quell'uomo era proprio Matusalemme, un membro della stirpe di Set. 
Il film prosegue con la storia della famiglia di Noha, ma ci sono degli errori che vengono evidenziati con la riflessione in classe.
- Noè racconta la storia della creazione ai suoi bambini. A grandi linee rimane fedele alla Genesi, ma confonde due giorni: la luce maggiore e la luce minore (Sole e Luna) furono creati nel quarto giorno, non nel secondo.
- Noè non era distante da Dio. Nel film, Noè scopre che la terra sarebbe stata distrutta con il diluvio grazie a dei confusi sogni profetici. Dio viene peraltro chiamato “Creatore” per l’intero film. In Genesi invece (6:13, 7:1, 8:15) Noè è amico Dio e in continua comunicazione con Lui.
Secondo l’Antico Testamento:
- Noè viene scelto da Dio perché era un uomo giusto e integro; Dio benedirà Noè e i suoi figli dicendo: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la Terra…”; nel film invece Noè afferma che Dio l’ha scelto solo per portare a termine il compito di salvare gli animali, dopodiché lui e la sua famiglia saranno gli ultimi uomini sulla Terra.
- Non c’era nessun discendente di Caino nell’arca. Per rendere il film più avvincente, il regista permette al Re nemico Tubal-Cain di salvarsi dal diluvio ed entrare nell’arca.
- Nel film Noè spiega ai figli che è sbagliato mangiare carne, in quanto gli animali sono creature di Dio, e durante tutto il film l’idea di mangiare la carne viene associata ai peccatori, ai malvagi. Questa associazione è inesistente nella Bibbia, anzi numerose sono le volte descritte nel sacro libro, in cui i profeti e lo stesso Noè sacrificano animali a Dio.
- A differenza del film, la Bibbia non parla di persone che cercano di salire sull’Arca, non dice dove viene recuperato il legname per costruirla, e non racconta molto di quello che succede sull’Arca.
- Nel film, gli uomini estraggono dalla terra lo “zohar”. Questo elemento sembra oro ed ha poteri magici. Lo zohar non è menzionato nella storia di Noè, ma la parola ebrea compare nell’Antico Testamento nei Libri di Ezechiele e Daniele, e viene comunemente considerato una luce di un qualche tipo. È anche il nome del libro più importante della Cabala.
- Per sapere quando scendere dall’Arca, nel film Jafet manda prima un corvo – che ritorna – e una colomba che torna con un ramo d’olivo. Nella Bibbia, la colomba è mandata fuori tre volte. La prima ritorna sola, la seconda con un ramoscello d’olivo, la terza volta non torna.

Queste riflessioni sono state analizzate per capire meglio il testo Biblico e le necessità cinematografiche di oggi.


giovedì 5 aprile 2018

PIO XI E LA LETTERA NASCOSTA (CLIL)

Pio XI, papa dal 1922 al 1939, aveva progettato una dichiarazione contro l’antisemitismo e le persecuzioni razziali. La lettera enciclica fu preparata e mai pubblicata. Perché? Cos’era successo?

Tra la primavera e l’estate del 1938 Pio XI approfitta della presenza in Italia del gesuita americano John LaFarge, in viaggio in Europa per conoscere la situazione politica e scrivere alcuni articoli per il settimanale “America”. LaFarge, già noto per le sue idee contro le discriminazioni, riceve il compito di elaborare il documento in inglese, con l’aiuto di tre collaboratori, incaricati di curare le versioni in francese, tedesco e latino. Il lavoro dal titolo Humani Generis Unitas (Unità del genere umano) viene consegnato nel mese di ottobre. Tuttavia, nel febbraio 1939, il Papa muore. Dell’enciclica nessuna traccia.
Un seminarista ne ritrova una copia durante la catalogazione dell’archivio di LaFarge. Sarà l’inizio di una serie di articoli, ricerche lunghe e difficoltose che hanno portato infine qualche risposta oltre che alla pubblicazione pressoché integrale del progetto (Georges Passelecq et Bernard Suchecky, L’Encyclique cachée de Pie XI. Une occasion manquée de l’Église face à l’antisémitisme, édition la Découverte, 1995).

L’argomento fa parte di un approfondimento interdisciplinare presentato durante l’ora di religione nella classe 5G Linguistico. La docente IRC ha tenuto una lezione in lingua francese con l’intera classe e il modulo, dal titolo Les rapports entre les Chrétiens et les Juifs, le rôle du Pape Pie XI et le projet d’une encyclique contre l’antisémitisme, è stato inserito nel progetto CLIL.