domenica 26 marzo 2017

IL PECCATO DI GOLA

Questo argomento è inserito nel modulo "Etica: i vizi capitali". Per comprenderne il significato oggi, agli alunni viene proposto il percorso “Il peccato di gola nel mondo contemporaneo , tra spreco di cibo e malnutrizione”.

Presentiamo qui di seguito un estratto dei lavori svolti da alcuni alunni.

di Giulia, 4A indirizzo turistico

 di Evelina, Lorenzo ed Eleonora, 4H indirizzo chimico

Ho cercato delle informazioni sulla tecnica del caffè sospeso. (…) Secondo me il caffè sospeso è una tecnica che si può espandere in più parti del mondo oltre che in Italia. Per esempio, a Napoli questa tecnica è molto diffusa.
(Marco, classe 4A indirizzo turistico)

UN CAFFE' SOSPESO

È da un po' di anni ormai che l'antica pratica napoletana del caffè sospeso è stata ripresa e esportata non solo in tutta Italia bensì in tutto il mondo. Si usava anticamente nei bar di Napoli quando una persona era particolarmente felice o aveva qualcosa da festeggiare lasciare un caffè in sospeso per chi non poteva permetterselo.
Al giorno d'oggi esiste una vera e propria rete del caffè sospeso che comprende più di 120 aderenti fra bar e locali in tutto il mondo. Iniziative simili sono ad esempio il biglietto sospeso, il panino sospeso, il pranzo sospeso sono state istituite in tutta Italia da cooperative e società no profit.
L'esempio più noto è l'associazione CARITAS che seguendo l'esempio di Gesù Cristo (nostro Signore) offre un pasto caldo, un luogo dove dormire e tutto l'aiuto necessario ai senzatetto e i bisognosi.
Se ci fossero in Italia e nel mondo iniziative simili quest'ultimo sarebbe un posto migliore sia per chi dona che per chi riceve.
(Aurora, Nicolò, Samira, 4A indirizzo turistico)


lunedì 20 marzo 2017

ITINERARI A CASALE MONFERRATO

Il giorno 06 marzo 2017 una parte di alunni della classe 4 D Scienze Applicate prende il treno da Caluso con la prof.ssa Daniela Pomero, si fermano a Chivasso, l’altra parte insieme alla prof.ssa Francesca Foti e tutti insieme partono per Casale Monferrato. Destinazione la Sinagoga e il Museo attiguo e il Duomo.

Il treno passa i paesi delle terre delle risaie ancora addormentati. Fra poco la primavera sveglierà tutto. Arrivati a destinazione camminiamo verso il centro della città e la piazza illuminata ci propone il monumento equestre. Proseguiamo ed ecco entriamo in quello che era il ghetto ebraico. In un palazzo anonimo, così doveva essere, ecco la sinagoga. Se non fosse per il simbolo sopra la grande porta, nessuno si accorgerebbe di nulla. Suoniamo, ci vengono ad aprire, ci aspettano. Entriamo in sinagoga, i maschi con la kippa a destra, le femmine a sinistra. La guida, la signora Ottolenghi, ci spiega le origini del tempio, la storia della comunità ebraica a Casale, lo Statuto Albertino e le leggi razziali. I ragazzi sono in religioso silenzio. Imparano tutto ciò che serve nel museo: dalla vestizione della Torah, alla celebrazione della pesah.
Ringraziamo e salutiamo. Un pezzo di storia l’abbiamo portata a casa.
Andiamo al Duomo di Casale dedicato a S. Evasio, un esempio di arte romanico-gotico. Ci sorprende il nartece restaurato negli anni ’90 e inaugurato nel 2000. Grandioso e rarissimo in Italia. Presenta numerosi richiami nell’architettura armena e islamica. Barocca è la cappella del santo patrono.
Arriva l’ora del rientro. I ragazzi soddisfatti portano con sé le proprie impressioni. (prof.ssa F. F.)

“Della sinagoga mi è piaciuto molto lo stile utilizzato e ho trovato interessante le storie che ci ha raccontato la guida sugli ebrei piemontesi”….”Il Duomo è maestoso e molto bello dal punto di vista artistico” (Giulia 4D).


“Ho apprezzato gli elementi artistici dell’edificio di culto, ognuno dei quali ha un particolare messaggio legato alla storia ed alla cultura ebraica, anche di Casale”……..”E’ stato molto interessante visitare il Duomo, luogo di culto dalla facciata romanica arricchita da vari elementi decorativi in muratura…Il contrasto di luce tra gli spazi è piacevole ed invita i fedeli e i visitatori a scoprire gli interni” (Paolo 4D).

domenica 12 marzo 2017

CRUCIRELIGIONE #2

Ecco un altro crucireligione destinato agli alunni dell'Istituto Martinetti:



venerdì 3 marzo 2017

LIBRI - CIO’ CHE INFERNO NON E’

Il libro di Alessandro D’Avenia si presta molto bene alla lettura, sia per adulti ma soprattutto per gli adolescenti. L’autore usa il linguaggio di un adolescente per affrontare temi importanti come la scuola, il rapporto con i genitori, il tempo libero e l’amore vero. Il ragazzo ha la fortuna di avere come insegnante di religione Don Pino Puglisi, che gli propone di andare ad aiutarlo nella parrocchia del quartiere Brancaccio di Palermo. Il ragazzo un po’ timoroso, un po’ svogliato perché deve partire per una vacanza studio a Londra segue Don Pino. Lì incontra i bimbi del quartiere e le sue regole, ma incontra anche, poi se ne accorgerà, l’amore descritto da Dante e Petrarca. La vita del giovane cambia radicalmente e capisce ciò che veramente è importante: “ l’amore per chi abbiamo accanto, per le persone che la vita ci affida…l’amore non è una rivoluzione, ma una rivelazione”.
Ma il lavoro di Don Pino tra la gente di Brancaccio non passa inosservato e lì un” branco di lupi affamati si aggira per Brancaccio senz’altra meta che la fame”, la carne del sacerdote. Il 15 settembre 1993 Don Pino mentre rientra nella casa parrocchiale, all’uomo che gli sbarra la strada gli dice “Me l’aspettavo”. Lui muore con un sorriso e l’assassino quel sorriso lo sognerà tutte le notti come a dirgli “non sai quel che fai, tu sei altro”.
Il sacrificio di Don Pino non è la sua morte, quella ne è la conseguenza. Il suo sacrificio è ciò che la parola sacrificio dice: fare sacre le cose. Don Pino rendeva sacro ciò che toccava, lo difendeva come la cosa più preziosa: bambino, ragazzo, uomo che fosse.

Chi venne dopo di lui continuò la sua opera e fu costruita la scuola media di Brancaccio, intitolata a Don Pino Puglisi e inaugurata il 13 gennaio 2000.