domenica 31 gennaio 2021

NON BISOGNA DIMENTICARE

Come ogni anno, in occasione del Giorno della Memoria, con gli alunni vengono fatti degli approfondimenti. Uno degli aspetti presi in considerazione è l’uso delle parole. Una molto utilizzata, soprattutto nei paesi anglofoni, ma anche in Italia, è OLOCAUSTO. Questo termine è presente nell’Antico Testamento e indica un sacrificio: in seguito ad un peccato, il popolo di Israele uccideva un animale e lo offriva al Signore come espiazione delle proprie colpe. Dunque “Olocausto” non è appropriato per indicare lo sterminio degli Ebrei durante l’epoca nazista: la morte di milioni di persone non è un’offerta a Dio, né riparazione di colpe commesse. Ecco perché si preferisce utilizzare SHOAH, che vuol dire “distruzione”.

Far riflettere i ragazzi è importante affinché il modo di parlare non avvenga in modo superficiale e, soprattutto, siano consapevoli che non bisogna dimenticare. La memoria permette di costruire il futuro, imparando a non ripetere gli errori del passato. Uno degli esempi più vivi nell’esperienza personale è costituito da Oradour-sur-Glane, un villaggio situato nel Limousin, in Francia. Il 10 giugno 1944 i soldati nazisti entrarono in paese e lo distrussero completamente: fucilarono tutti gli uomini, radunarono donne e bambini in Chiesa e diedero alle fiamme tutto quanto. Persero la vita 642 persone. Oggi Oradour è un museo a cielo aperto: i visitatori percorrono le strade in un silenzio opprimente, tra case distrutte, resti di botteghe, oggetti domestici. L’ingresso in Chiesa, pensando all’eccidio, è una delle esperienze più forti di questa visita. Nel Memoriale vero e proprio sono raccolti gli oggetti più piccoli, come gli occhiali e gli orologi (fermi alle 16,35). E’ significativo che, alla fine della guerra, il villaggio sia stato lasciato sostanzialmente in quelle condizioni (il paese nuovo è stato ricostruito a qualche chilometro di distanza) affinché tutti possano ricordare e serva come monito.

Dobbiamo imparare a non essere indifferenti perché, come ha detto Liliana Segre, l’indifferenza è già violenza.

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