martedì 31 luglio 2018

MA GUARDA CHE LUNA!


Eccoci in piena estate, alla ricerca di svago e relax! Molti dei nostri studenti sono in vacanza, soprattutto chi ha superato l’Esame di Stato, altri sono impegnati nelle attività di alternanza scuola-lavoro. Ma speriamo che tutti, adulti compresi, siano riusciti a staccare un po’ dalla solita routine (smartphone compreso!) per guardarsi un po’ intorno e accorgersi di ciò che ci circonda.
Una magnifica occasione è stata l’eclissi di luna dello scorso venerdì 27 luglio: stare con il naso all’insù e lasciarsi trasportare dallo stupore e dall’immaginazione! Che meraviglia!

Eclissi di luna, 27 luglio 2018

Anche la luna, sempre puntuale nelle sue fasi,
regola i mesi e indica il tempo.
Viene dalla luna l’indicazione di ogni festa,
fonte di luce che decresce fino a scomparire.
Da essa il mese prende nome,
mirabilmente crescendo secondo le sue fasi.
È un’insegna per le schiere in alto,
splendendo nel firmamento del cielo.
Bellezza del cielo è la gloria degli astri,
ornamento che brilla nelle altezze del Signore.
Stanno agli ordini di colui che è santo, secondo il suo decreto,
non abbandonano le loro postazioni di guardia.
(Siracide 43, 6-10)





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venerdì 13 luglio 2018

LIBRI - MESTICANZA


Mentre si sta all’ombra dell’ombrellone o sul terrazzo di casa a gustare una bevanda fresca, è piacevole leggere un libro di un autore piemontese dal titolo particolare “ Mesticanza”. Giuseppe Aimo, originario di Castellino Tanaro, laureato in chimica, economia e commercio e lettere, lavorava alle Molinette di Torino. La sua vita era legata allo studio e al paese, tra Ceva e il suo hinterland, dove andava a rifugiarsi per un momento di libertà ai piedi della torre che contribuì a ristrutturare.

Il libro, raccolta di 12 racconti e un capolavoro, raccoglie le testimonianze del passato, con i veri sentimenti e “sapeva trasformare il vissuto in una vera lezione di vita”.
Mesticanza, un’insalata, mista di 12 racconti scritti tra il 2012 e il 2015. Cinque racconti sono affioramenti del suo passato, cinque racconti sono modelli del modo di vivere dei giorni nostri. L’autore non si chiede se il modo di vivere del passato sia migliore da quello attuale. Perché è diverso, “terribilmente diverso”. “Siamo noi, che ci piaccia o no, il mondo in cui viviamo ce lo siamo costruito così. Noi, con la nostra straordinaria capacità di adattamento alle più diverse condizioni di vita, con la nostra resistenza alla vita grama e il nostro infiacchimento nella vita comoda. E adesso, ci piaccia o no, è in questo mondo che dobbiamo vivere”.
Due racconti dedicati alle due grandi passioni della sua vita: uno la chimica e uno la letteratura, in particolare la narrativa. Un’insalata eterogenea condita con un’unica nota speziata: l’ironia, il sapore prezioso della vita.


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martedì 3 luglio 2018

FESTA A IVREA


Oggi dedichiamo un piccolo spazio a  Ivrea, sede della nostra Diocesi e cittadina da cui provengono molti dei nostri alunni e frequentata da molti di loro, soprattutto in occasione della battaglia delle arance dello storico carnevale. Due i motivi di festa, in questi primi giorni di luglio!
Il primo è dovuto all’inserimento tra i siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO (il quarto del Piemonte): “Ivrea, città industriale del XX secolo”, con riferimento al quartiere Olivetti. Il sito, costituito da 18 beni architettonici, fu voluto da Adriano Olivetti tra gli anni ’30 e ’60 a partire dalle originarie officine di fine Ottocento. Sebbene non compresa nell’area, vogliamo segnalare la chiesa del Sacro Cuore, realizzata alla fine degli anni ’50 da Marcello Nizzoli, architetto che lavorava proprio per l’Olivetti e che si ispirò alla forma della macchina da scrivere “Diaspron 82”. L’edificio di culto si trova in zona Canton Vesco ed è inserito in un complesso frutto di riqualificazione urbana finanziato dall’ Olivetti.

Ivrea, Chiesa del Sacro Cuore, interno.

Il secondo motivo di festa è la celebrazione di san Savino, patrono di Ivrea. Sabino, Vescovo di Spoleto tra il III e IV sec. d.C., fu impegnato nell’opera di conversione proprio nel periodo delle persecuzioni sotto l’imperatore Diocleziano. Nonostante i prodigi operati e le guarigioni a lui attribuite, egli stesso subì  delle torture ed in seguito il martirio. Nel 954 il duca di Spoleto Corrado, figlio del marchese Berengario di Ivrea, portò con se’ le reliquie di San Sabino per proteggere Ivrea dalla peste. Da allora il Santo è venerato dagli eporediesi e celebrato il 7 luglio, anniversario della traslazione delle reliquie.
La devozione nei confronti di San Savino è molto diffusa nell’Italia centrale, come ad esempio nella città di Fermo, di cui è patrono.


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