Oggi dedichiamo
un piccolo spazio a Ivrea, sede della nostra
Diocesi e cittadina da cui provengono molti dei nostri alunni e frequentata da
molti di loro, soprattutto in occasione della battaglia delle arance dello
storico carnevale. Due i motivi di festa, in questi primi giorni di luglio!
Il primo è
dovuto all’inserimento tra i siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO (il
quarto del Piemonte): “Ivrea, città industriale del XX secolo”, con riferimento
al quartiere Olivetti. Il sito, costituito da 18 beni architettonici, fu voluto
da Adriano Olivetti tra gli anni ’30 e ’60 a partire dalle originarie officine
di fine Ottocento. Sebbene non compresa nell’area, vogliamo segnalare la chiesa
del Sacro Cuore, realizzata alla fine degli anni ’50 da Marcello Nizzoli,
architetto che lavorava proprio per l’Olivetti e che si ispirò alla forma della
macchina da scrivere “Diaspron 82”. L’edificio di culto si trova in zona Canton
Vesco ed è inserito in un complesso frutto di riqualificazione urbana finanziato
dall’ Olivetti.
Ivrea, Chiesa del Sacro Cuore, interno. |
Il secondo
motivo di festa è la celebrazione di san Savino, patrono di Ivrea. Sabino,
Vescovo di Spoleto tra il III e IV sec. d.C., fu impegnato nell’opera di
conversione proprio nel periodo delle persecuzioni sotto l’imperatore
Diocleziano. Nonostante i prodigi operati e le guarigioni a lui attribuite, egli
stesso subì delle torture ed in seguito
il martirio. Nel 954 il duca
di Spoleto Corrado, figlio del marchese Berengario di Ivrea, portò con se’ le reliquie
di San Sabino per proteggere Ivrea dalla peste. Da allora il Santo è venerato
dagli eporediesi e celebrato il 7 luglio, anniversario della traslazione delle
reliquie.
La devozione nei
confronti di San Savino è molto diffusa nell’Italia centrale, come ad esempio nella
città di Fermo, di cui è patrono.
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