Venerdì
12 aprile, in un’Aula Magna gremita, l’I.I.S. “Martinetti” ha avuto il
prestigio e l’onore di ospitare il Colonnello Sergio De Caprio, alias ULTIMO,
uomo che al comando di CRIMOR arrestò il capo di Cosa Nostra Salvatore Riina.
L’iniziativa,
di altissimo valore civico, è stata organizzata dall’istituto calusiese in
collaborazione con l’I.I.S. “Ubertini”. Le classi 5 dell’istituto,
approfondendo Cittadinanza e Costituzione, hanno avuto l’occasione di conoscere
in prima persona chi applica la Legge con dedizione e Amore verso gli ultimi
della società.
Ecco
alcune domande e risposte significative.
Che
cosa vi spinge a dedicare la vostra vita a un mestiere così rischioso?
È l’amore che ci spinge, l’amore che ci
tiene legati anche a chi non conosciamo e che ci muove a dedicarci alla società
civile, donandosi senza volere nulla in cambio, ma per la fratellanza che ci
unisce in quanto uomini.
Qual
è il rapporto tra il coraggio e la paura?
La paura è una costante della vita, anche
voi che siete in questa sala in questo momento mi fate paura; ma anche se ho
paura non scappo.
Ha
una famiglia? E quali sono i suoi rapporti con lei?
Naturalmente noi non parliamo mai delle
nostre famiglie, per ragioni di sicurezza. Certo le trascuriamo, le
abbandoniamo, ma le portiamo sempre nel cuore. Ci sentiamo in colpa perché non
siamo vicini a loro nel quotidiano, ma sanno che li amiamo e sono fieri di noi.
Perché
tiene il volto coperto anche se la mafia conosce il suo nome?
Perché la mafia non conosce la mia
faccia, le nostre facce. Tutti i Carabinieri sono addestrati all’eventualità di
vivere nascosti: allora dobbiamo essere nebbia, l’incubo, l’ossessione segreta
dei criminali.
Il Capitano Ultimo nell'Aula Magna dell'I.I.S. "Martinetti" di Caluso |
Come
nasce la Casa-famiglia Volontari Capitano Ultimo?
Il nostro sogno è un mondo che non abbia
bisogno di Carabinieri, ci battiamo per realizzare gli ideali di legalità,
fraternità, uguaglianza. La Casa-famiglia nasce da questo sogno e dalla volontà
di dare un’opportunità ai ragazzi che si sono perduti, dare loro una famiglia,
scendere in strada superando l’indifferenza, e come soldati donarsi all’altro
prendendosi cura di chi non ha avuto una possibilità.
Quanto
ha scommesso la mafia sulla sua vita?
So che Bagarella avrebbe pagato un
miliardo di Lire per la mia cattura, ma a me non interessa: per me la mafia è
niente.
Quanto
è durata l’operazione di cattura di Riina? E quanto dura un’operazione in
genere?
La durata di un’operazione la decide l’avversario,
che va seguito, studiato, dobbiamo diventare come un suo parassita. La cattura
di un criminale è un’arte, nella quale ognuno esprime i propri talenti.
L’operazione di cattura di Riina durò circa quattro mesi, ma in genere le
operazioni possono durare anni.
Durante
la cattura di Riina, qual è stata l’emozione dominante?
Personalmente ho provato il vuoto tipico
di quando si ottiene qualcosa che si stava inseguendo da molto tempo, ma anche
la voglia di trovare subito un nuovo obiettivo. Di solito c’è poco tempo per le
emozioni, prevalgono la concentrazione e la volontà di fare bene.
Che
cos’ha provato quando pochi mesi fa Riina ha chiesto di uscire di prigione per
problemi di cuore?
Il mio lavoro è in strada: io sono un
combattente e quando finisce la battaglia non esisto più.
Ha
lavorato con altri reparti dei Carabinieri?
Io sono cresciuto alla Stazione dei
Carabinieri, persone che nel fare piccole cose non si rendono conto di
realizzare qualcosa di grande. Da loro ho imparato l’umiltà del non ricercare
sempre la ricompensa. Sono stato anche al ROS, nei Servizi Segreti e ora faccio
parte del Reparto Servizi Ambientali e Parchi…ma il reparto più straordinario
rimane sempre la Stazione dei Carabinieri.
Che
cosa possono trasmettere gli insegnanti ai ragazzi di ciò che lei ha
realizzato?
Io riconosco gli insegnanti come la
massima autorità e chiedo scusa perché noi Carabinieri non siamo riusciti a
donarvi un mondo senza soprusi, però ce l’abbiamo messa tutta. Insegnanti e
ragazzi possono costruire questo mondo, possono rappresentare un esercito
invincibile di fratelli che si tengono per mano. I ragazzi hanno una forza
straordinaria: possono realizzare un mondo popolato da persone responsabili e
con una voce: persone curiose, che fanno domande guardando il proprio
interlocutore negli occhi e costringendolo a dare risposte concrete e
ragionate. Il popolo e i giovani in particolare hanno autorità e devono
contribuire a costruire un’Italia che cresce, orgogliosa del proprio passato ma
anche capace di investire il proprio talento nella realizzazione di un futuro
grande. L’insegnante è un miracolo: dona il proprio sapere a giovani che non
sono i suoi figli, approfittatene e coltivate il vostro talento.
Che
cosa l’ha spinto a diventare Carabiniere?
L’amore per la gente e la volontà di
vivere la strada in mezzo all’umanità, in mezzo al popolo che sa donare, il
bisogno di restituire amore a una comunità generosa.
Che
cos’ha provato quando le hanno affidato il caso Riina?
Un grande onore, grande rispetto per chi
era morto per quel caso, come Falcone e Dalla Chiesa, che ho visto prima
abbandonati e poi uccisi. Ero entusiasta di poter
affrontare quei nemici, ma ne sentivo l’enorme
responsabilità.
Post collegato: NO ALLE MAFIE
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