Il 4 ottobre di ogni anno si
ricorda il Santo patrono d’Italia. Qual è il messaggio che lascia oggi il
poverello di Assisi?
"Povertà",
"obbedienza" e "castità" sono i tre punti essenziali della
vita di Francesco e dei suoi discepoli. Francesco iniziò a vivere la propria
vocazione insieme a dei compagni che volevano imitare il suo esempio. Secondo
la regola dettata da Francesco, la vita comunitaria deve cercare di conformarsi
a questi principi:
-Fraternità: i frati non
devono vivere soli, ma devono prendersi cura dei propri fratelli (e in generale
di tutti) con amore e dedizione. La stessa cura si estende incondizionatamente
non solo alle creature umane, ma a tutto il creato in quanto opera di Dio e
dunque sacro, vivendo in questo modo la fraternità universale.
-Umiltà: porsi al di sotto di
tutto e di tutti, al servizio dell'ultimo per essere davvero al servizio di
Dio, liberarsi dai desideri terreni che allontanano l'uomo dal bene e dalla
giustizia.
-Povertà: rinuncia a possedere
qualsiasi bene condividendo tutto ciò che ci è dato con tutti i fratelli,
partendo dai più bisognosi.
Francesco viveva in una
cristianità, in un mondo duro, tutto era cristiano, dalla politica, alla
filosofia, all’arte e all’economia. Oggi con il “processo di secolarizzazione”,
e da qui la Modernità, il singolo individuo si definisce cristiano, però vive
in una società civile, economica e politica non più permeata dalla dottrina
cristiana. I cristiani oggi come allora devono essere “il sale della terra”. Ma
la terra è piena di crimini, di orrori e dominata dall’ingiustizia e
dall’indifferenza, guidata più dall’Io che da Dio, dall’Avere al posto
dell’Essere.
Allora sì che Francesco
d’Assisi insegna a tutti che un mondo migliore è possibile con il suo esempio
di amore verso “tutte le creature”.
San Francesco d'Assisi - Statua |
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