Inizialmente
gli oratori erano piccoli luoghi di culto dove la gente si ritrovava a pregare.
San Filippo Neri intorno al 1550 crea il primo oratorio nel senso moderno: una
comunità di religiosi e laici unita in un vincolo di mutua carità sullo stile
degli apostoli, con le finalità della preghiera, del coinvolgimento di uomini
comuni e di cultura nella lettura della Bibbia, e dell’educazione dei ragazzi.
Gregorio
XIII eresse la Congregazione dell’Oratorio e concesse a questa la chiesa di S.
Maria in Vallicella, che divenne il luogo del primo oratorio. Di questo primo
oratorio è importante il legame comunione, Parola e educazione la prioritaria
presenza degli adulti, così come la corresponsabilità tra religiosi e laici.
Nel
1841 San Giovanni Bosco incontra dei giovani nella sacrestia della chiesa di S.
Francesco d’Assisi a Torino per il primo di una serie di incontri di preghiera.
La sua passione educativa per i giovani lo portò ad avvicinare sempre più
ragazzi, tra i quali Domenico Savio. Nel giorno di Pasqua del 1846 l’Oratorio
si stabilì sotto una tettoia con un pezzo di prato, la tettoia Pinardi a
Valdocco.
Di questa esperienza importante è il protagonismo dei ragazzi e dei
giovani e la dimensione sociale: si cercava di mettere gli adolescenti ed i
giovani in grado di vivere con responsabilità l’esperienza lavorativa ed il
dialogo con i datori di lavoro.
Anche
in Lombardia nascono vere e proprie compagnie di mutuo soccorso: l’oratorio, a
Milano come a Torino, cerca di togliere gli adolescenti ed i giovani dalla
strada e dall’ozio per aiutarli anche nell’ingresso nel mondo del lavoro e
formarli ad una cittadinanza attiva. L’oratorio ambrosiano sorse ancora una
volta per iniziativa di un laico, il barbiere Giuseppe Figino che dal suo
negozio vedeva molti ragazzi mentre giocavano o pescavano sulle sponde del
Naviglio, li chiamava, li ospitava ,trasmetteva loro il suo mestiere, offriva
lezioni di catechismo per aprirli alla conoscenza e all’esperienza di Dio. Egli
credeva che vivendo come Gesù si diventava uomini riusciti e proponeva
preghiera, Ufficio della Madonna, opere di misericordia (in particolare la
visita agli ammalati).
Nacquero
l’oratorio S. Carlo e quello di S. Luigi. La guida dell’oratorio rimaneva nelle
mani di un laico, il Prefetto dell’Oratorio, che coordinava tutte le attività,
ed il sacerdote veniva chiamato l’assistente dell’oratorio, per il suo compito
spirituale e sacramentale.
Questo
approfondimento è rivolto in particolare alle classi quinte dell’indirizzo
Turistico, in preparazione all’uscita in Monferrato (visita di una cantina e
Castelnuovo Don Bosco). Per l’occasione gli alunni hanno partecipato alla
lezione di religione come classi complete – avvalentisi + non avvalentisi –
secondo quanto stabilito dai rispettivi consigli di classe.
Per
sapere di più sul modulo completo:
https://oradirc.blogspot.it/2017/04/i-santi-sociali-don-bosco.html
https://oradirc.blogspot.it/2017/04/curiosita-don-bosco-e-il-vino.html
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