Con l’Avvento di Dicembre
iniziano le corse frenetiche ai regali natalizi e le luminarie stradali ci
avvicinano allo Spirito del Natale. Come non pensare alla Natività di Betlemme
e al suo allestimento in ogni casa.
Oltre a Betlemme abbiamo incastonata nel cuore
dell’Appennino laziale un paese di nome Greccio, la “nuova Betlemme”. Papa
Francesco seduto davanti alla grotta dove San Francesco realizzò il primo
presepe della storia, osserva l’affresco della Madonna che allatta il Bambino
Gesù. Con questa visita il Papa presenta la Lettera Apostolica Admirabile Signum sul significato e il valore
del Presepe.
Una tradizione che bisogna continuare, scrive il Papa nel documento, in casa, come pure "nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze". Ma nel corso della visita a prevalere è la preghiera, che si trasmette dopo la calorosa accoglienza dell'arrivo, anche a qualche migliaio di fedeli, accorsi da tutta la zona. "Annunciate il Vangelo se fosse necessario anche con la parola - dice citando proprio san Francesco -. Non c'è bisogno di convincere, ci pensa lo Spirito. Il Signore si è fatto terra e si è innamorato della nostra terra. Ricordate: povertà, umiltà e i miracoli lasciateli a Dio”. Ma soprattutto, scrive il Papa "il presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede". In sostanza "ognuno di noi", ricorda Francesco, deve farsi "portatore della Bella Notizia presso quanti incontra, testimoniando la gioia di aver incontrato Gesù e il suo amore con concrete azioni di misericordia".
Il presepe racconta la nostra infanzia, i ricordi che “ci inducono a prendere sempre nuovamente coscienza del grande dono che ci è stato fatto trasmettendoci la fede…e condividere tutto con noi per non lasciarci soli”.
Una tradizione che bisogna continuare, scrive il Papa nel documento, in casa, come pure "nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze". Ma nel corso della visita a prevalere è la preghiera, che si trasmette dopo la calorosa accoglienza dell'arrivo, anche a qualche migliaio di fedeli, accorsi da tutta la zona. "Annunciate il Vangelo se fosse necessario anche con la parola - dice citando proprio san Francesco -. Non c'è bisogno di convincere, ci pensa lo Spirito. Il Signore si è fatto terra e si è innamorato della nostra terra. Ricordate: povertà, umiltà e i miracoli lasciateli a Dio”. Ma soprattutto, scrive il Papa "il presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede". In sostanza "ognuno di noi", ricorda Francesco, deve farsi "portatore della Bella Notizia presso quanti incontra, testimoniando la gioia di aver incontrato Gesù e il suo amore con concrete azioni di misericordia".
Il presepe racconta la nostra infanzia, i ricordi che “ci inducono a prendere sempre nuovamente coscienza del grande dono che ci è stato fatto trasmettendoci la fede…e condividere tutto con noi per non lasciarci soli”.
“Il mirabile segno del presepe
suscita sempre stupore e meraviglia”
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