mercoledì 25 gennaio 2017

LIBRI - RICORDARE RENDE LIBERI



Per la Giornata della Memoria, molto interessante è la scrittrice:
Irène Némirovsky (Kiev, 11 febbraio 1903 – Auschwitz, 17 agosto 1942).
Nata in Ucraina, di religione ebraica convertitasi poi al cattolicesimo nel 1939, ha vissuto e lavorato in Francia. Vittima insieme al marito e le due figlie delle leggi antisemite varate nell'ottobre del 1940 dal governo Vichy, a Irène Némirovsky fu proibito pubblicare. Arrestata dai nazisti in quanto ebrea, fu deportata nel luglio del 1942 ad Auschwitz e poi trasferita nel Rivier (l'infermeria di Auschwitz in cui venivano confinati i prigionieri troppo ammalati per lavorare), dove morì un mese più tardi di tifo. Suo marito (così come André Sabatier e Robert Esménard) intraprese numerosi procedimenti per farla liberare, ma fu arrestato lui stesso nell'ottobre del 1942, deportato ad Auschwitz assieme alla sorella e gasato al suo arrivo, il 6 novembre 1942.
Le sue due figlie salvarono alcuni documenti, Denise conservò tali documenti in una valigia, la stessa in cui li aveva trovati e, per anni, non aprì neppure la valigia forse per il rancore che nutriva nei confronti dei genitori.
Irène Némirovsky scrisse molte novelle e libri e molti appartenenti all’ebraismo: David Golder, Suite francese, I doni della vita, I cani e i lupi, Il ballo, Come le mosche d’autunno…questi sono alcuni dei libri scritti. 
Scrive in modo brillante, audace. Purtroppo le sue capacità non le permetteranno di cogliere i segni premonitori della tragedia che si abbatte sull’Europa  che troppo tardi si accorge della furia che travolgerà milioni di persone, come la stessa Irène.