Nelle diverse
regioni italiane, sono tante le tradizioni legate al ricordo dei defunti:
quelle più conosciute hanno per protagonista la tavola, apparecchiata tutta la
notte con cibi e bevande (latte, dolci, fave secche, castagne, pane). Tra i dolci, possiamo ricordare il “pane dei
morti” (amaretti, frutta secca
cannella e noce moscata) e
le “ossa dei morti” (farina, acqua, zucchero, cannella e chiodi di garofano, in
qualche caso anche mandorle).
Il rito della
commemorazione dei defunti è presente in tutte le civiltà e culture. Per la
Chiesa Cattolica è collocato giusto dopo la festa dei Santi, cioè tutti coloro
che vivono accanto a Dio in Paradiso. Negli ultimi anni, tuttavia, si assiste
ad una progressiva perdita del senso sacro di questa ricorrenza, dovuto alla
diffusione di Halloween con zucche di varie dimensioni, cappelli a punta e via
dicendo; una sorta di Carnevale parallelo, insomma, che ha acquisito col tempo non
solo una dimensione commerciale ma spesso una vera e propria esaltazione dell’horror.
Per contrastare
questo fenomeno e ritrovare la dimensione cristiana, vi sono molte iniziative destinate
soprattutto ai più giovani. Un esempio interessante, culturale e religioso allo
stesso tempo, è quello proposto dall’Arcidiocesi di Torino, ovvero la “Notte
dei Santi”; si tratta di un duplice invito rivolto agli
adolescenti: il primo, alla preghiera, in Cattedrale con l’Arcivescovo, nello
stile della preghiera di Taizé; il secondo, a partecipare ad una sorta di “concorso
fotografico” sul tema “I Santi della porta accanto”. Le fotografie inviate
faranno parte di una mostra esposta al Museo Diocesano.
Nell’immagine è
nascosta questa bella citazione di Papa Francesco:
Così sono i santi: respirano come tutti l’aria
inquinata dal male che c’è nel mondo, ma nel cammino non perdono mai di vista
il tracciato di Gesù, quello indicato nelle beatitudini, che sono come la mappa della vita cristiana. Oggi è la festa di quelli che hanno raggiunto la meta
indicata da questa mappa: non solo i santi del calendario, ma tanti fratelli e
sorelle “della porta accanto”, che magari abbiamo incontrato e conosciuto. (Papa Francesco, 2017)
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