Il 21 marzo è la
“Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle
mafie”; questo è un argomento che viene affrontato durante l’ora di Religione
con alcuni approfondimenti, in particolare con uno sguardo attento ad alcune
figure significative e impegnate nel contrasto alle mafie attraverso
l’educazione e la cultura.
Abbiamo già
accennato, in un precedente articolo, a don Luigi Merola. Sicuramente non può
mancare uno spazio dedicato a don Pino Puglisi, ucciso il 15 settembre 1993 ma
sempre più vivo nel cuore e nelle coscienze; o a don Luigi Ciotti, ispiratore e
tra i fondatori di Libera, la rete di associazioni nata nel 1995 e attiva con
progetti educativi, volti anche al riutilizzo sociale dei beni confiscati.
Per quanto
riguarda i Pontefici, sono scolpite nella memoria le dure parole di San
Giovanni Paolo II, pronunciate il 9 maggio 1983 dalla Valle dei Templi di
Agrigento: “Lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta verrà il Giudizio
di Dio!”
Papa Francesco, durante
l’omelia della Messa celebrata nella Piana di Sibari il 21 giugno 2014, è stato
molto chiaro: “Quando non si adora Dio, il Signore, si diventa adoratori del
male come lo sono coloro i quali vivono di malaffare e di violenza…la ‘ndrangheta
è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va
combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. Coloro che nella loro vita
hanno questa strada, strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione
con Dio, sono scomunicati!”
Nel post di
oggi, presentiamo alcuni estratti dai discorsi di Papa Francesco ai membri
della Commissione Parlamentare Antimafia (21 settembre 2017) e della Consulta
Nazionale Antiusura (3 febbraio 2018). Leggono Cristina e Francesca, alunne
della classe 5A indirizzo Turistico.
La registrazione
ha uno scopo didattico: fa parte della programmazione IRC e si inserisce nel
percorso di educazione alla Cittadinanza e Costituzione, previsto per l’Esame
di Stato.
Post collegati:
per don Luigi
Merola
per don Pino
Puglisi
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